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sabato 12 dicembre 2015

Il tema di Sara Raffa, vincitrice 2015 per la sezione triennio

1915-2015: Centenario dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra.

Testimonianza della dedizione e del sacrificio profusi nel corso della Prima Guerra Mondiale, è la motivazione della 1ª Medaglia d’Oro al Valor Militare di cui fu insignita il 5 giugno 1920 la Bandiera dell’Arma (motivo per cui la Festa dell’Arma si celebra sotto questa data): “Rinnovellò le sue più fiere tradizioni con innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d’Italia”.

SVOLGIMENTO

Duecentoventi gli alberi del Viale della Rimembranza, a Novi Ligure, vicino alla mia casa.
Non mi ero mai posta la domanda su quegli alberi e sono stati una vera scoperta in occasione di questo mio lavoro, mentre mi documentavo alla ricerca dei nomi dei  valorosi militi novesi e del basso Piemonte distintisi nel corso della Grande Guerra.
Nel 1923, un gruppo di bambini della scuola elementare Pascoli di Novi ligure piantò 237 alberi nel viale della Rimembranza: un albero per ogni novese caduto nella Prima guerra mondiale.
Mi crea una certa tristezza sapere che ai giorni nostri, per scelte varie, politiche e strategiche, diversi alberi sono stati abbattuti: è come se mancassero alla memoria collettiva alcuni nomi di eroi.

Non conoscevo gli eventi della Grande Guerra, poiché a scuola il primo ‘900 è stato poco approfondito.
In questo conflitto non mancò il grande contributo dell’Arma. Numerosi sono stati i Carabinieri valorosi; ho potuto nominarne solo qualcuno, cercando di ricordare prevalentemente quelli del basso Piemonte.
L'aeronautica fu una componente estremamente importante per via degli aerei in supporto ai soldati in trincea. Memorabili restano le parole del leggendario Barone Rossoin una lettera alla madre: " Quando volo al di sopra delle trincee fortificate e i soldati gridano di gioia.... Madre, questa è la mia ricompensa più bella".
Ben 173 furono i piloti militari che si arruolarono nelle file dei Carabinieri, numerosi dei quali si distinsero per audacia e competenza.
Ernesto Cabruna, tortonese, a 18 anni si arruolò nei Carabinieri a Roma.
Già a 19 anni si distinse nelle operazioni di salvataggio delle popolazioni durante il terremoto che nel 1908 colpì la Calabria e la Sicilia.
Gli venne assegnato il comando della Stazione Carabinieri di Salbertrand, ma decise di partecipare come volontario durante una battaglia sull'altopiano di Asiago nel 1915, vedendosi assegnata la medaglia di bronzo  al valor militare per aver coraggiosamente soccorso dei feriti.
Tra i piloti merita sicuramente di essere ricordato il Maggiore Cosma Manera che riuscì a salvare un gruppo di soldati prigionieri nelle steppe siberiane organizzando due plotoni e, tra varie avventure, li riportò  in salvo in Manciuria, Cina, soccorrendone circa 8000.
Le trincee erano come dei gironi danteschi in cui i soldati vivevano in condizioni disumane, con il costante pensiero della morte fuori da quel rifugio da cui dovevano uscire e combattere con baionette, mazze ferrate, vanghe e qualche mitragliatrice. Sapevano che ogni loro giorno sarebbe potuto essere l'ultimo, ma dovevano obbedire all'ordine degli ufficiali.
La solidarietà era un valore ben presente: il vivere in quel modo angusto, umiliante, sacrificato li faceva sentire coesi e "nella stessa barca".
A volte c'erano delle ribellioni che venivano sedate con la fucilazione.
Tutti gli italiani, nessuno escluso, venivano chiamati alla guerra e chi scappava o cercava rifugio nelle campagne veniva ricercato dai Carabinieri.
I compiti dell’Arma erano diversi: dovevano difendere le città da incursioni nemiche, si occupavano di prevenzione e repressione dei reati comuni, vigilavano sulle truppe di soldati durante i trasferimenti, proteggevano obiettivi sensibili come armerie, porti, linee ferroviarie, si occupavano della ricerca di disertori, proprio come il Carabiniere Luigi Sorgente, ucciso per mano di un fuggiasco.
Il caos regnava ovunque e spesso si trovavano a dover sedare rivolte popolari esplose per la penuria di cibo, come accadde a Torino dove  fu incendiata la chiesa di san Bernardino.
Non era una novità per i Carabinieri essere impiegati in eventi bellici, ma quello della Prima guerra mondiale fu il primo di proprozioni tanto vaste. Benché non fossero impiegati direttamente sui campi di battaglia, migliaia di uomini dell’Arma persero la vita collaborando coi combattenti e proteggendo i civili.
Edmondo De Amicis descrive, nel sacrificio del Tamburino sardo, seppure di molti anni prima, una scena  che era consueta durante i conflitti, con i Carabinieri a protezione della città e i cittadini certi  di potersi rivolgere a loro in caso di bisogno.
Sicuramente uno dei compiti più ingrati era la ricerca dei disertori che, una volta catturati, laddove non si recassero con immediatezza al fronte, venivano fucilati, spesso dai loro stessi commilitoni, per rendere la punizione più esemplare.
Il 19 luglio del 1915 tre battaglioni di Carabinieri furono protagonisti dell'assalto al monte Podgora, viatico nella riconquista di Gorizia. Erano stati mandati in 1600 e, nell'attesa che venisse loro ordinato l'attacco, contrassero il colera. Circa 300 di loro perirono per l'epidemia, mentre i sopravvissuti non versavano in buone condizioni. Il 19 luglio arrivò l'ordine di partire all'attacco e tutti, ufficiali e non, balzarono  fuori dalla trincea, attraverso il filo spinato. Gli ufficiali, con la pistola in pugno, inneggiando alla famiglia reale italiana, guidavano le truppe perendo per primi, mentre davano l'esempio ai  subordinati. I giornali austriaci parlarono di uomini che "parevano ubriachi". Probabilmente l'alcool rappresentò per tanti soldati l'unico sistema per farsi forza in una guerra dalle modalità assurde. Si dice che molti utilizzassero l'assenzio, potentissimo alcolico, proprio per avere il coraggio di andare all’attacco.
Dal 1894 il Corpo dei Carabinieri ha una sua bandiera, simbolo dell'unità nazionale, che per la prima volta fu portata in battaglia proprio nel combattimento di Podgora. 
Nel 1920 è Stata conferita la medaglia d'oro al valor militare alla Bandiera dei Carabinieri, grande esempio di eroismo, abnegazione e assolvimento del dovere da parte dei Carabinieri.

L’Italia ripudia la guerra, come recita la nostra Costituzione del 1948, e per questo i Carabinieri continuano ad essere presenti in paesi esteri a protezione di popolazioni vessate da governi antidemocratici.
Hanno operato in Palestina negli anni ‘90, nei Balcani, nell'ex-Jugoslavia nel corso dell’ ultima tremenda guerra civile, spesso con compiti di polizia internazionale, e in Iraq dove, a Nassiriya, nel 2003, diversi Carabinieri rimasero uccisi durante un attentato dinamitardo alla loro base. Tale impresa criminosa costò l'eroico sacrificio del Carabiniere Andrea Filippa che, nell’intento di sventare il colpo, riuscì a fermare i due attentatori presenti sul camion e intenzionati a entrare nella base per uccidere tutti i presenti.
A memoria dei caduti della Grande Guerra e di tutti coloro che si sono sacrificati in nome di alti ideali, restano gli alberi nel viale, che paiono rinnovare, nelle giornate autunnali, con la caduta delle loro foglie, le lacrime dei nostri Caduti che mormorano una preghiera alla Virgo Fidelis.
Nella certezza che non esiste inverno senza primavera, né notte senza mattina, questi alberi al contempo evocano la rinascita dell'uomo a nuova vita , con le parole del  poeta Ungaretti:  “M'illumino d' immenso”.


Sara Raffa

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