Quest'associazione è stata istituita per onorare la memoria di Piero Salvati, carabiniere e poi funzionario della Pubblica Amministrazione, che è mancato il 18 febbraio 2007. I figli, insieme alla moglie Isabella hanno dato vita alla "Borsa di Studio Piero Salvati", proprio nell'intento di onorarne il ricordo e promuovere la passione di Piero per l'Arma, per lo studio e per la musica.
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domenica 15 dicembre 2013
Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Cav. Pier Angelo Taverna con i vincitori Federica Parrinello e Mirko De Soricellis |
Il Comandante Alessandro Della Nebbia posa con i vincitori della 7a Edizione della Borsa di Studio "Piero Salvati" |
Federica e Mirko sorridenti e vincenti alla conferenza stampa del 9 dicembre 2013 presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Alessandria |
Il comunicato stampa relativo ai vincitori della 7a Edizione delle Borse di Studio "Piero Salvati" |
Il Capitano Roberto Ghiorzi e il Presidente dell'Associazione "Piero Salvati" di Tortona |
Il Capitano Ghiorzi insieme ad Isabella, la vedova del Maresciallo "Piero Salvati" e fondatrice, insieme ai figli Monica, Andrea ed Enzo dell'Associazione Borsa di Studio "Piero Salvati" |
Mirko con il papà Andrea in divisa e Maresciallo Maggiore in Tortona e Federica con la sua mamma e il suo papà, maresciallo e vicecomandante della stazione dei Carabinieri di Alessandria zona Cristo |
Il Tema di Federica
TEMA
“12 novembre 2003, ore 10.45. Un camion cisterna
carico di esplosivo, seguito da un’autovettura, cerca di forzare l’ingresso
della base della MSU (Multinational Specialized Unit) a guida italiana, situata
nella ex sede della Camera di Commercio di Nassiriya (Iraq). I terroristi
ingaggiano un conflitto a fuoco con il personale del corpo di guardia, poi si
fanno esplodere nei pressi dell’ingresso, provocando la morte di 8 civili e di 17
militari, tra i quali 12 Carabinieri dell’Unità di Manovra del Reggimento MSU.
Il 12 novembre 2009 il Parlamento italiano approva
all’unanimità la Legge che istituisce la Giornata del ricordo dei caduti
militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.
Nel decimo anniversario della strage di Nassiriya,
quali sono i tuoi pensieri relativamente alle missioni internazionali di pace?
Quali sentimenti ti suscita il ricordo di questa strage e del grande sacrificio
compiuto dai nostri Carabinieri? Quali, a tuo avviso, gli insegnamenti che si
possono trarre da questa ormai storica vicenda? ”
SVOLGIMENTO
L’attentato
nei pressi di Nassiriya è stato una delle stragi più cruente degli ultimi venti
anni. Quel giorno un’autocisterna piena di esplosivo entrò dentro a una base
militare, uccidendo degli innocenti. Molti di essi facevano parte del corpo
militare italiano, presente lì per una missione di pace.
Nel
2009 è entrata in vigore una Legge che ha istituito il 12 novembre Giornata dei
caduti militari. Si ricordano in questa data, non solo i martiri di Nassiriya, morti
per cercare di fermare la guerra civile presente in Iraq, ma anche tutti coloro
che hanno perso la vita nelle tante missioni di pace.
Grazie
ad alcune ricerche ho scoperto che nessuna medaglia d’oro al valore militare è
stata assegnata alle vittime della base MSU, nonostante fosse stata richiesta dai
familiari.
La
medaglia d'oro al volore militare viene meritata sul campo di battaglia per il
coraggio e per l’onore dimostrato combattendo i nemici. Trattandosi però di una
missione di pace e non di guerra non è stato possibile concedere tale
riconoscimento a questi caduti.
Nel
2005 è stata assegnata agli eroi di Nassiriya la Croce d’Onore, una speciale
onorificenza istituita, grazie a un disegno di legge approvato dal Senato e
conferita con decreto del Presidente della Repubblica, per onorare le vittime
di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili
all’estero.
Attraverso
le missioni internazionali, l’Italia, insieme ai vari Paesi appartenenti
all’ONU, si adopera per creare condizioni di pace per le popolazioni tormentate
da conflitti.
Credo
però esista il rischio che in queste operazioni vengano imposti alle nazioni
soccorse ideali stranieri dietro il paravento della parola “democrazia”. Le
forze inviate sostengono solo una delle parti coinvolte nei conflitti,
tralasciando così l’ideologia di una fazione, giudicata pericolosa e non
democratica, in favore di un’altra.
Non
ritengo sia giusto definire il nostro supporto a quei Paesi con l’appellativo
“Missione di Pace”, perché i soldati inviati sono bene armati e in ciò non c’è
niente di pacifico. Si potrebbe definirla “Missione di supporto alla nuova
forma di governo instaurata”. Temo, inoltre, che alcune delle nazioni aderenti alle Missioni
siano guidate, di fatto, da interessi economici propri. Per questo può accadere
che la maggioranza della popolazione locale li veda come estranei e invasori dei
loro territori, mentre solo una minoranza apprezzi il loro aiuto. Alcune frange
estreme compiono proprio per queste ragioni atti terroristici contro i militari
e i civili inviati dalle Nazioni Unite.
Con
l’articolo 11 della nostra Costituzione, l’Italia ripudia la guerra e la
violenza e dimostra al mondo intero la sua evoluzione democratica.
Per
questo i militari italiani impegnati nelle Missioni di Pace hanno come principi
guida la difesa dei diritti dell’uomo, quali la libertà personale e di opinione,
e portano il loro aiuto affinché popolazioni povere e arretrate possano avere
un futuro migliore.
Il
ricordo dell’attentato del 12 novembre 2013 mi spinge a pensare a quanto dolore
e sofferenza una guerra può portare e a quanto sia importante e allo stesso
tempo difficile cercare di costruire la pace tra le varie nazioni nel mondo,
spesso dilaniate anche da conflitti civili interni.
Non
posso non provare tristezza per le molte famiglie rovinate a causa di guerre e
attentati e per la sofferenza dei familiari che hanno perso i loro cari
impegnati nelle operazioni internazionali. Erano figli, fratelli, padri, ma
soprattutto persone uccise ingiustamente mentre cercavano di portare la pace.
I
nostri Carabinieri sono stati molto coraggiosi e altruisti, hanno partecipato a
queste missioni consapevoli di ciò che rischiavano. Noi tutti dovremmo imparare
da loro, pensando un po’ meno a noi stessi e di più alle persone bisognose,
tentando di essere più coraggiosi e riflettendo attentamente sulle conseguenze
che le nostre azioni possono avere. Bisognerebbe essere più responsabili e
forse più educati, perché credo che anche questo possa influire su molte delle
nostre scelte.
I
nostri Carabinieri sono in questo d’esempio a tutti noi.
Federica Parrinello
Il tema di Mirko
TEMA
“12 novembre 2003, ore 10.45. Un camion cisterna
carico di esplosivo, seguito da un’autovettura, cerca di forzare l’ingresso
della base della MSU (Multinational Specialized Unit) a guida italiana, situata
nella ex sede della Camera di Commercio di Nassiriya (Iraq). I terroristi
ingaggiano un conflitto a fuoco con il personale del corpo di guardia, poi si
fanno esplodere nei pressi dell’ingresso, provocando la morte di 8 civili e di
17 militari, tra i quali 12 Carabinieri dell’Unità di Manovra del Reggimento
MSU.
Il 12 novembre 2009 il Parlamento italiano approva
all’unanimità la Legge che istituisce la Giornata del ricordo dei caduti
militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.
Nel decimo anniversario della strage di Nassiriya,
quali sono i tuoi pensieri relativamente alle missioni internazionali di pace?
Quali sentimenti ti suscita il ricordo di questa strage e del grande sacrificio
compiuto dai nostri Carabinieri? Quali, a tuo avviso, gli insegnamenti che si
possono trarre da questa ormai storica vicenda? ”
SVOLGIMENTO
Alle
ore 10.45 del 12 novembre 2003, la base militare della MSU in Nassiriya veniva
attaccata da quattro terroristi kamikaze
i quali, a bordo di un’autocisterna e di un’auto imbottite di esplosivo, si
facevano esplodere dopo aver cercato di forzare il blocco posto all’ingresso e
aver ingaggiato un conflitto a fuoco con il personale di guardia. L’attentato causava
la morte di 12 Carabinieri, 5 soldati dell’Esercito, 2 civili italiani, 8
civili iracheni, e molte decine di feriti.
Era
la prima volta che un gruppo di militari italiani subiva un attacco
terroristico di quella portata e lo scalpore che ne derivò fu tale che tutta
l’Italia visse, con grande intensità e partecipazione, questo dramma nazionale.
Probabilmente fu anche la prima volta che gli italiani, a differenza di altri
eventi tragici, si ritrovarono tutti uniti sotto la stessa bandiera, come se
fosse stata attaccata la nostra Nazione.
Io
ero ancora un bambino di 6 anni, frequentavo le scuole elementari. In quella fase della mia esistenza non conoscevo
ancora il significato di parole come guerra, missioni di pace, strage,
terrorismo, morte. Ancora oggi i miei ricordi non sono particolarmente nitidi sugli
accadimenti di quei giorni, divenuti storia della nostra Nazione ma, andando a
ritroso con la memoria, avverto ancora a pelle quelle che erano le sensazioni
trasmessemi dai miei genitori, dagli insegnanti, dall’atmosfera che si
respirava anche diverse settimane dopo l’accaduto. Ho ben presente il minuto di
silenzio che la maestra ci aveva fatto osservare all’inizio della lezione il
giorno successivo, il volto turbato dei miei genitori di fronte alle crude immagini
dell’attentato e a quelle drammatiche dei funerali che scorrevano alla TV, le
bandiere, italiana ed europea, innalzate a mezz’asta nel cortile della piccola
stazione dei Carabinieri in cui vivevamo. Ricordo che mio padre, di fronte
all’incalzare delle mie domande, faticava a nascondere una certa emozione, ma
nel contempo mi rassicurava. Tutto ciò, se da un lato stimolava la mia curiosità,
dall’altro mi trasmetteva la consapevolezza che qualcosa di particolarmente
grave era accaduto.
Oggi
nel riflettere su quei fatti mi sorgono numerosi interrogativi, su cosa sia
effettivamente accaduto quel giorno, sul significato di una missione militare
di pace, su cosa possa spingere dei giovani uomini e donne a rischiare la propria
vita in nome della patria, ma soprattutto come sia possibile contrapporre ad
essi la barbarie di uomini capaci di uccidere loro stessi ed altri esseri umani
immolandosi in nome di un diverso credo religioso o di un’ideologia politica.
Al
di là delle varie congetture che si sono susseguite nel corso degli anni sulle
motivazioni per cui è stata colpita da parte dei terroristi proprio la base MSU
dei Carabinieri a Nassiriya e non un altro obiettivo o caserma militare, è mia
opinione che la scelta non sia stata casuale.
Le
virtù unanimemente riconosciute di tutori della sicurezza, di operatori
abituati a stare a contatto con la gente, e al tempo stesso di militari,
maturate dai Carabinieri nel corso della loro storia ultra centenaria, credo
che abbiano trasformato l’Arma, impegnata nella preparazione e
nell’addestramento dei nuovi arruolati della polizia locale e nelle attività di
aiuto alle popolazioni bisognose, in un nemico prioritario da colpire.
L’argomento delle missioni
internazionali di pace è estremamente attuale e largamente dibattuto.
Si chiamano missioni di “peace keeping”
quelle operazioni che prevedono l’intervento di forze armate internazionali
per fronteggiare le emergenze che un Paese
dilaniato da un conflitto o da una guerra civile, come nel caso dell’Iraq dopo
la caduta di Saddam Hussein, in cui regnano caos totale, esecuzioni sommarie, violenze e soprusi, è costretto a vivere
quotidianamente.
Di solito le regole di ingaggio
prevedono il ristabilimento dell’ordine pubblico e gli aiuti per la
ricostruzione di quei servizi essenziali, quali la formazione dell’esercito e
della polizia, necessari per instradare il Paese verso la normalità. Ci sono
molti altri compiti che impegnano i soldati e tra questi gli aiuti umanitari,
mansioni che hanno sempre distinto e reso onore ai militari italiani, intesi
come donazione di beni materiali, alimenti o quant’altro, e come sostegno
finalizzato al ripristino di servizi indispensabili alla società (scuole,
ospedali, forniture di medicinali e generi di prima necessità ecc.). Questo era l’incarico che il 12 novembre
2003 i nostri militari stavano portando avanti in un Iraq appena
liberato da una feroce dittatura e per il quale stavano riscuotendo stima e
riconoscenza da parte della popolazione di Nassiriya e di tutte le Nazioni
democratiche.
Qualcuno ha definito questo attacco
terroristico l’11 settembre italiano, paragonandolo all’attentato dell’11
settembre 2001 alle Twin Towers di New York, non tanto per il numero di vittime,
quanto per il suo significato simbolico.
Il
terrorismo internazionale islamico, principalmente rappresentato dalla
famigerata organizzazione di Al Qaeda, è un nemico invisibile che non ha una
patria, pur avendo ramificazioni in vari Paesi. Ha insito nel suo DNA il
disprezzo della vita, e si serve con cinica disinvoltura di scudi umani e di
attentatori suicidi.
Allo stesso modo in cui nell’attentato
del 2001 negli USA i talebani avevano voluto colpire i simboli dell’economia
occidentale, con questo atto vile consumatosi a Nassiriya due anni più tardi, Al
Qaeda ha voluto ferire il cuore pulsante della solidarietà internazionale, di
cui i nostri eroici militari erano eccellenti interpreti, che riscuotevano
fiducia e stima da gran parte della popolazione, facendosi apprezzare a volte con gesti molto semplici e spontanei come un
sorso d’acqua, una carezza o una caramella ad un bambino. Quegli stessi
militari, per gran parte Carabinieri, al servizio della Patria e del tricolore
che rappresentavano in quelle terre geograficamente e culturalmente lontane, in
quel tragico 12 novembre hanno eroicamente dato la loro vita per quei valori in
cui credevano fermamente, salvando con il loro gesto altruista circa trecento persone che in quel
momento popolavano la base militare, impedendo ai terroristi di raggiungere la palazzina
del comando, loro reale obiettivo.
Quando sei un militare capisci il vero
senso di appartenenza e prima di metterti in salvo di fronte ad un pericolo
pensi a difendere, anche a costo della vita, i tuoi compagni che portano la
stessa uniforme.
Per
questo ritengo giusto, oltre che doveroso, che i protagonisti, militari e
civili, di un simile gesto eroico straordinario, siano considerati dalle Istituzioni
meritevoli di essere insigniti della medaglia d’oro, un riconoscimento
simbolico alla loro memoria altrettanto straordinario, di cui potrebbero
onorarsi anche i loro parenti. Sarebbe un segno di riconoscenza verso quegli
eroi che, sacrificando la propria vita, con il loro coraggio hanno reso onore
alla bandiera italiana nel mondo con un esempio di virtù da trasmettere ai
posteri.
Mirko
De Soricellis
7a Edizione Borse di studio “Piero Salvati” 2013: Federica e Mirko premiati dalla Fondazione CRAL.
Il sogno nel cassetto di Federica Parrinello (15
anni compiuti appena lo scorso 6 dicembre) è di poter diventare un giorno una
ballerina professionista, sia di danza moderna che di danza classica. Per il
momento frequenta con buon profitto la classe 2a AS presso l’Istituto Saluzzo
Plana di Alessandria e coltiva la sua passione ballando quasi ogni giorno e
facendo l’insegnante per corsi di danza riservati alle bambine più piccole,
presso il Centro Don Bosco di Alessandria.
Mirko De Soricellis (16 anni) è invece un grande appassionato di
tecnologia, vorrebbe proseguire gli studi universitari presso una facoltà di
ingegneria informatica e sogna di potersi in futuro occupare professionalmente
in questo mondo delle nanotecnologie e dei big data. Mirko frequenta la 4a D del
Liceo Scientifico “Giuseppe Peano” di Tortona.
Sono loro i due vincitori della settima edizione
del bando di concorso promosso dall’Associazione Borsa di Studio “Piero
Salvati” in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Federica vincitrice nella sezione di concorso riservato agli studenti del
biennio, Mirko per quanto riguarda il triennio.
La Fondazione ha infatti confermato anche
per questo anno il suo sostegno economico all'iniziativa, che premia
annualmente gli studenti più meritevoli delle scuole medie superiori, figli di
carabinieri in servizio o di iscritti ad una sezione ANC della Provincia di
Alessandria.
"Siamo davvero orgogliosi della fiducia che
sia il Ministero della Pubblica Istruzione, nella persona del suo Direttore
Generale della Provincia di Alessandria, Antonino Meduri, che la
Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria per il tramite del suo Presidente,
Cav. Pier Angelo Taverna, hanno riposto in questa nostra ONLUS, nata nel 2007
per onorare la memoria di nostro padre, Piero Salvati, molto conosciuto e stimato
ex Maresciallo dei Carabinieri e poi funzionario della Pubblica Amministrazione
di Tortona – sottolinea Andrea Salvati, presidente dell’Associazione dedicata a
suo padre. Poter premiare ogni anno giovani molto meritevoli come Federica e
Mirko è per noi e nostra madre Isabella davvero il miglior modo per ricordare
il nostro Piero, i suoi valori di onestà, lealtà e impegno, la sua passione per
lo studio, la musica e, soprattutto, il suo amore per l'Arma dei
Carabinieri."
I due vincitori si sono aggiudicati un premio di
mille euro ciascuno e hanno primeggiato tra molti partecipanti, che hanno reso
particolarmente difficile ed impegnativa la selezione dei migliori da parte
della Commissione Esaminatrice, composta dal nuovo Comandante Provinciale dei
Carabinieri di Alessandria (Colonnello Alessandro Della Nebbia), dal nuovo Comandante
della Compagnia Carabinieri di Tortona (Capitano Roberto Ghiorzi), dal
Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Tortona (Maresciallo
Pierluigi Deriu), dal Direttore Generale del Ministero della Pubblica
Istruzione della Provincia di Alessandria (dott. Antonino Meduri), oltre che
dai fratelli Monica e Andrea Salvati, rispettivamente Vicepresidente e Presidente
dell'Associazione Borsa di Studio Piero Salvati ONLUS.
Oltre alla presentazione dei voti conseguiti
nella pagella finale dell’anno scolastico 2012-13, i candidati hanno potuto
svolgere un tema di italiano che nel Bando di Concorso era introdotto da questa
traccia:
“12 novembre 2003, ore 10.45. Un
camion cisterna carico di esplosivo, seguito da un’autovettura, cerca di
forzare l’ingresso della base della MSU (Multinational Specialized Unit) a
guida italiana, situata nella ex sede della Camera di Commercio di Nassiriya (Iraq).
I terroristi ingaggiano un conflitto a fuoco con il personale del corpo di
guardia, poi si fanno esplodere nei pressi dell’ingresso, provocando la morte
di 8 civili e di 17 militari, tra i quali 12 Carabinieri dell’Unità di Manovra
del Reggimento MSU. Il 12 novembre 2009 il Parlamento italiano approva
all’unanimità la Legge che istituisce la Giornata del ricordo dei caduti
militari e civili nelle missioni internazionali per la pace. Nel decimo
anniversario della strage di Nassiriya, quali sono i tuoi pensieri
relativamente alle missioni internazionali di pace? Quali sentimenti ti suscita
il ricordo di questa strage e del grande sacrificio compiuto dai nostri
Carabinieri? Quali, a tuo avviso, gli insegnamenti che si possono trarre da
questa ormai storica vicenda? ”
Federica (alla sua prima partecipazione al
concorso “Piero Salvati”) si è presentata con una media voti più che discreta,
ma non eccezionale; tuttavia ha ottenuto un ottimo punteggio finale, grazie ai
punti decimali aggiuntivi guadagnati da una fresca e spontanea lettera di
presentazione e per lo svolgimento decisamente indipendente ed originale del
tema e per il relativo punteggio aggiuntivo ottenuto.
Federica vive con la sua famiglia (i genitori e
un fratello di 19 anni) in Alessandria ed
il padre Vito, in qualità di Maresciallo, guida la stazione dei Carabinieri del
quartiere Cristo.
Mirko aveva già partecipato, ma senza successo,
durante il suo biennio di studio. La sua famiglia aveva invece già raggiunto un
successo proprio con Giulia De Soricellis, sua sorella, vincitrice anche lei
nella sezione triennio nell’edizione del 2011. Mirko ha svolto il tema in
maniera davvero egregia, ottenendo il massimo del punteggio previsto in questa
prova e riuscendo quindi a migliorare notevolmente la sua già ottima media voti
e potendo così superare una concorrenza davvero agguerrita di bravissime e
bravissimi altri candidati.
Mirko abita a Tortona ed il padre Andrea,
Maresciallo Capo, presta il proprio servizio presso la Compagnia dei
Carabinieri della sua città.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria,
oltre a sostenere le due borse di studio di questa iniziativa già dal 2009, ha
voluto anche quest’anno estendere il proprio riconoscimento, destinando ai
vincitori anche un volume della sua autorevole produzione editoriale, invitando
tutti i candidati non vincitori a riprovarci con ancora più determinazione nei
prossimi anni.
Alla cerimonia di premiazione, che si è svolta
domenica 24 novembre u.s. presso il Duomo di Tortona hanno presenziato, tra gli
altri, il Colonello Alessandro Della Nebbia, il Maresciallo Pierluigi Deriu, il
Sindaco di Tortona Massimo Berutti, il Procuratore capo di Tortona Bruno
Rapetti e il Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Paolo
Ronchetti, che ha indirizzato un sentito e cordiale saluto di ringraziamento
all’iniziativa della famiglia Salvati, che è ormai diventata un premio ambito e
riconosciuto in tutta la nostra Provincia di Alessandria, così come un forte
messaggio di incoraggiamento ai premiati e a tutti i partecipanti non
vincitori, a tutti i Carabinieri presenti, esempi di meritocrazia, sacrificio e
dedizione.
“Se devo giudicare dalla bontà di questa
iniziativa e dall’amore che la sua famiglia gli ha voluto dimostrare per
ringraziarlo del suo esempio e dei suoi sforzi in vita, allora penso che il
Maresciallo Piero Salvati fosse proprio una persona di grandi valori e capacità
e mi dispiace molto di non averlo conosciuto personalmente”. Questo è stato il
messaggio di saluto e d’introduzione alla premiazione da parte del nuovo
Comandante Provinciale, Colonnello Della Nebbia, preceduto da un minuto di
silenzio in onore dei Caduti di Nassiriya nel decennale del vile attentato in
cui persero la vita.
L'appuntamento per tutti è quindi al prossimo
anno per un'edizione ancora molto significativa, che si svolgerà nel
duecentesimo anniversario dalla nascita dell’amatissima Arma dei Carabinieri.
Alessandria, 9 dicembre 2013
Associazione "Borsa di Studio Piero Salvati" ONLUS
Tortona, Alessandria, Italia
Corso Repubblica, 48 - 15057 Tortona
www.associazioneborsadistudiopierosalvati.blogspot.com
salvati64@gmail.com
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