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domenica 15 dicembre 2013

I vincitori Federica e Mirko nella foto celebrativa insieme al Comandante Della Nebbia e al Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria nel corso della conferenza stampa dei premiati dell'Edizione 2013 presso il Comando Provinciale. La Fondazione ha confermato la sua vicinanza ai Carabinieri ed all'Associazione Borsa di Studio "Piero Salvati", ribadendo un sodalizio importante e significativo per un'iniziativa che punta al merito scolastico ed extracurricolare dei giovani figli dei Carabinieri della Provincia di Alessandria

Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Cav. Pier Angelo Taverna con i vincitori Federica Parrinello e Mirko De Soricellis

Il Comandante Alessandro Della Nebbia posa con i vincitori della 7a Edizione della Borsa di Studio "Piero Salvati"

Federica e Mirko sorridenti e vincenti alla conferenza stampa del 9 dicembre 2013 presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Alessandria



da sinistra: Andrea Salvati, Pier Angelo Taverna, i vincitori Federica e Mirko, Alessandro Della Nebbia e Roberto Ghiorzi, tutti insieme per una nuova edizione del premio "Piero Salvati" realizzato anche quest'anno con la fondamentale collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e con il patrocinio della Direzione Generale del Ministero della Pubblica Istruzione della  della Provincia di Alessandria

Il comunicato stampa relativo ai vincitori della 7a Edizione delle Borse di Studio "Piero Salvati"

Il Capitano Roberto Ghiorzi e il Presidente dell'Associazione "Piero Salvati" di Tortona

I vincitori Federica Parrinello e Mirko De Soricellis intervistati dai giornalisti di radio, tv e stampa di tutta la Provincia nel giorno della conferenza stampa presso il Comando dei Carabinieri di Alessandria

Il Capitano Ghiorzi insieme ad Isabella, la vedova del Maresciallo "Piero Salvati" e fondatrice, insieme ai figli Monica, Andrea ed Enzo dell'Associazione Borsa di Studio "Piero Salvati"

Un momento della premiazione della 7a edizione. Al centro il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Alessandria, Col.t.ssmi Alessandro Della Nebbia e il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Tortona, Cap. Roberto Ghiorzi, entrambi di recente nomina e quindi alla loro prima attiva partecipazione alla Borsa di Studio "Piero Salvati"

Ecco i vincitori della edizione 2013: Federica Parrinello, sezione biennio, e Mirko De Soricellis, sezione triennio insieme a Monica Salvati e ad Andrea Salvati, fondatori dell'Associazione Borsa di Studio "Piero Salvati"




Mirko con il papà Andrea in divisa e Maresciallo Maggiore in Tortona e Federica con la sua mamma e il suo papà, maresciallo e vicecomandante della stazione dei Carabinieri di Alessandria zona Cristo 

Federica insieme al Comandante Della Nebbia e al Presidente dell'Associazione "Piero Salvati"

Il momento della proclamazione dei due vincitori dell'edizione 2013

Ecco il diploma di Federica consegnatole dal Comandante Della Nebbia

Il Tema di Federica



TEMA
“12 novembre 2003, ore 10.45. Un camion cisterna carico di esplosivo, seguito da un’autovettura, cerca di forzare l’ingresso della base della MSU (Multinational Specialized Unit) a guida italiana, situata nella ex sede della Camera di Commercio di Nassiriya (Iraq). I terroristi ingaggiano un conflitto a fuoco con il personale del corpo di guardia, poi si fanno esplodere nei pressi dell’ingresso, provocando la morte di 8 civili e di 17 militari, tra i quali 12 Carabinieri dell’Unità di Manovra del Reggimento MSU.
Il 12 novembre 2009 il Parlamento italiano approva all’unanimità la Legge che istituisce la Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.
Nel decimo anniversario della strage di Nassiriya, quali sono i tuoi pensieri relativamente alle missioni internazionali di pace? Quali sentimenti ti suscita il ricordo di questa strage e del grande sacrificio compiuto dai nostri Carabinieri? Quali, a tuo avviso, gli insegnamenti che si possono trarre da questa ormai storica vicenda? ”

SVOLGIMENTO
L’attentato nei pressi di Nassiriya è stato una delle stragi più cruente degli ultimi venti anni. Quel giorno un’autocisterna piena di esplosivo entrò dentro a una base militare, uccidendo degli innocenti. Molti di essi facevano parte del corpo militare italiano, presente lì per una missione di pace.
Nel 2009 è entrata in vigore una Legge che ha istituito il 12 novembre Giornata dei caduti militari. Si ricordano in questa data, non solo i martiri di Nassiriya, morti per cercare di fermare la guerra civile presente in Iraq, ma anche tutti coloro che hanno perso la vita nelle tante missioni di pace.
Grazie ad alcune ricerche ho scoperto che nessuna medaglia d’oro al valore militare è stata assegnata alle vittime della base MSU, nonostante fosse stata richiesta dai familiari.
La medaglia d'oro al volore militare viene meritata sul campo di battaglia per il coraggio e per l’onore dimostrato combattendo i nemici. Trattandosi però di una missione di pace e non di guerra non è stato possibile concedere tale riconoscimento a questi caduti.
Nel 2005 è stata assegnata agli eroi di Nassiriya la Croce d’Onore, una speciale onorificenza istituita, grazie a un disegno di legge approvato dal Senato e conferita con decreto del Presidente della Repubblica, per onorare le vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero.
Attraverso le missioni internazionali, l’Italia, insieme ai vari Paesi appartenenti all’ONU, si adopera per creare condizioni di pace per le popolazioni tormentate da conflitti.
Credo però esista il rischio che in queste operazioni vengano imposti alle nazioni soccorse ideali stranieri dietro il paravento della parola “democrazia”. Le forze inviate sostengono solo una delle parti coinvolte nei conflitti, tralasciando così l’ideologia di una fazione, giudicata pericolosa e non democratica, in favore di un’altra. 
Non ritengo sia giusto definire il nostro supporto a quei Paesi con l’appellativo “Missione di Pace”, perché i soldati inviati sono bene armati e in ciò non c’è niente di pacifico. Si potrebbe definirla “Missione di supporto alla nuova forma di governo instaurata”. Temo, inoltre, che  alcune delle nazioni aderenti alle Missioni siano guidate, di fatto, da interessi economici propri. Per questo può accadere che la maggioranza della popolazione locale li veda come estranei e invasori dei loro territori, mentre solo una minoranza apprezzi il loro aiuto. Alcune frange estreme compiono proprio per queste ragioni atti terroristici contro i militari e i civili inviati dalle Nazioni Unite. 
Con l’articolo 11 della nostra Costituzione, l’Italia ripudia la guerra e la violenza e dimostra al mondo intero la sua evoluzione democratica.
Per questo i militari italiani impegnati nelle Missioni di Pace hanno come principi guida la difesa dei diritti dell’uomo, quali la libertà personale e di opinione, e portano il loro aiuto affinché popolazioni povere e arretrate possano avere un futuro migliore.
Il ricordo dell’attentato del 12 novembre 2013 mi spinge a pensare a quanto dolore e sofferenza una guerra può portare e a quanto sia importante e allo stesso tempo difficile cercare di costruire la pace tra le varie nazioni nel mondo, spesso dilaniate anche da conflitti civili interni.
Non posso non provare tristezza per le molte famiglie rovinate a causa di guerre e attentati e per la sofferenza dei familiari che hanno perso i loro cari impegnati nelle operazioni internazionali. Erano figli, fratelli, padri, ma soprattutto persone uccise ingiustamente mentre cercavano di portare la pace.
I nostri Carabinieri sono stati molto coraggiosi e altruisti, hanno partecipato a queste missioni consapevoli di ciò che rischiavano. Noi tutti dovremmo imparare da loro, pensando un po’ meno a noi stessi e di più alle persone bisognose, tentando di essere più coraggiosi e riflettendo attentamente sulle conseguenze che le nostre azioni possono avere. Bisognerebbe essere più responsabili e forse più educati, perché credo che anche questo possa influire su molte delle nostre scelte.
I nostri Carabinieri sono in questo d’esempio a tutti noi.



Federica Parrinello

Il tema di Mirko



TEMA
“12 novembre 2003, ore 10.45. Un camion cisterna carico di esplosivo, seguito da un’autovettura, cerca di forzare l’ingresso della base della MSU (Multinational Specialized Unit) a guida italiana, situata nella ex sede della Camera di Commercio di Nassiriya (Iraq). I terroristi ingaggiano un conflitto a fuoco con il personale del corpo di guardia, poi si fanno esplodere nei pressi dell’ingresso, provocando la morte di 8 civili e di 17 militari, tra i quali 12 Carabinieri dell’Unità di Manovra del Reggimento MSU.
Il 12 novembre 2009 il Parlamento italiano approva all’unanimità la Legge che istituisce la Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.
Nel decimo anniversario della strage di Nassiriya, quali sono i tuoi pensieri relativamente alle missioni internazionali di pace? Quali sentimenti ti suscita il ricordo di questa strage e del grande sacrificio compiuto dai nostri Carabinieri? Quali, a tuo avviso, gli insegnamenti che si possono trarre da questa ormai storica vicenda? ”

SVOLGIMENTO
Alle ore 10.45 del 12 novembre 2003, la base militare della MSU in Nassiriya veniva attaccata da quattro terroristi kamikaze i quali, a bordo di un’autocisterna e di un’auto imbottite di esplosivo, si facevano esplodere dopo aver cercato di forzare il blocco posto all’ingresso e aver ingaggiato un conflitto a fuoco con il personale di guardia. L’attentato causava la morte di 12 Carabinieri, 5 soldati dell’Esercito, 2 civili italiani, 8 civili iracheni, e molte decine di feriti.
Era la prima volta che un gruppo di militari italiani subiva un attacco terroristico di quella portata e lo scalpore che ne derivò fu tale che tutta l’Italia visse, con grande intensità e partecipazione, questo dramma nazionale. Probabilmente fu anche la prima volta che gli italiani, a differenza di altri eventi tragici, si ritrovarono tutti uniti sotto la stessa bandiera, come se fosse stata attaccata la nostra Nazione. 
Io ero ancora un bambino di 6 anni, frequentavo le scuole elementari.  In quella fase della mia esistenza non conoscevo ancora il significato di parole come guerra, missioni di pace, strage, terrorismo, morte. Ancora oggi i miei ricordi non sono particolarmente nitidi sugli accadimenti di quei giorni, divenuti storia della nostra Nazione ma, andando a ritroso con la memoria, avverto ancora a pelle quelle che erano le sensazioni trasmessemi dai miei genitori, dagli insegnanti, dall’atmosfera che si respirava anche diverse settimane dopo l’accaduto. Ho ben presente il minuto di silenzio che la maestra ci aveva fatto osservare all’inizio della lezione il giorno successivo, il volto turbato dei miei genitori di fronte alle crude immagini dell’attentato e a quelle drammatiche dei funerali che scorrevano alla TV, le bandiere, italiana ed europea, innalzate a mezz’asta nel cortile della piccola stazione dei Carabinieri in cui vivevamo. Ricordo che mio padre, di fronte all’incalzare delle mie domande, faticava a nascondere una certa emozione, ma nel contempo mi rassicurava. Tutto ciò, se da un lato stimolava la mia curiosità, dall’altro mi trasmetteva la consapevolezza che qualcosa di particolarmente grave era accaduto.
Oggi nel riflettere su quei fatti mi sorgono numerosi interrogativi, su cosa sia effettivamente accaduto quel giorno, sul significato di una missione militare di pace, su cosa possa spingere dei  giovani uomini e donne a rischiare la propria vita in nome della patria, ma soprattutto come sia possibile contrapporre ad essi la barbarie di uomini capaci di uccidere loro stessi ed altri esseri umani immolandosi in nome di un diverso credo religioso o di un’ideologia politica.
Al di là delle varie congetture che si sono susseguite nel corso degli anni sulle motivazioni per cui è stata colpita da parte dei terroristi proprio la base MSU dei Carabinieri a Nassiriya e non un altro obiettivo o caserma militare, è mia opinione che la scelta non sia stata casuale.
Le virtù unanimemente riconosciute di tutori della sicurezza, di operatori abituati a stare a contatto con la gente, e al tempo stesso di militari, maturate dai Carabinieri nel corso della loro storia ultra centenaria, credo che abbiano trasformato l’Arma, impegnata nella preparazione e nell’addestramento dei nuovi arruolati della polizia locale e nelle attività di aiuto alle popolazioni bisognose, in un nemico prioritario da colpire.
L’argomento delle missioni internazionali di pace è estremamente attuale e largamente dibattuto.
Si chiamano missioni di “peace keeping” quelle operazioni che prevedono l’intervento di forze armate internazionali per  fronteggiare le emergenze che un Paese dilaniato da un conflitto o da una guerra civile, come nel caso dell’Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein, in cui regnano caos totale, esecuzioni sommarie,  violenze e soprusi, è costretto a vivere quotidianamente.
Di solito le regole di ingaggio prevedono il ristabilimento dell’ordine pubblico e gli aiuti per la ricostruzione di quei servizi essenziali, quali la formazione dell’esercito e della polizia, necessari per instradare il Paese verso la normalità. Ci sono molti altri compiti che impegnano i soldati e tra questi gli aiuti umanitari, mansioni che hanno sempre distinto e reso onore ai militari italiani, intesi come donazione di beni materiali, alimenti o quant’altro, e come sostegno finalizzato al ripristino di servizi indispensabili alla società (scuole, ospedali, forniture di medicinali e generi di prima necessità  ecc.). Questo era l’incarico che  il 12 novembre  2003 i nostri militari stavano portando avanti in un Iraq appena liberato da una feroce dittatura e per il quale stavano riscuotendo stima e riconoscenza da parte della popolazione di Nassiriya e di tutte le Nazioni democratiche.
Qualcuno ha definito questo attacco terroristico l’11 settembre italiano, paragonandolo all’attentato dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers di New York, non tanto per il numero di vittime, quanto per il suo significato simbolico.
Il terrorismo internazionale islamico, principalmente rappresentato dalla famigerata organizzazione di Al Qaeda, è un nemico invisibile che non ha una patria, pur avendo ramificazioni in vari Paesi. Ha insito nel suo DNA il disprezzo della vita, e si serve con cinica disinvoltura di scudi umani e di attentatori suicidi.
Allo stesso modo in cui nell’attentato del 2001 negli USA i talebani avevano voluto colpire i simboli dell’economia occidentale, con questo atto vile consumatosi a Nassiriya due anni più tardi, Al Qaeda ha voluto ferire il cuore pulsante della solidarietà internazionale, di cui i nostri eroici militari erano eccellenti interpreti, che riscuotevano fiducia e stima da gran parte della popolazione, facendosi apprezzare a volte  con gesti molto semplici e spontanei come un sorso d’acqua, una carezza o una caramella ad un bambino. Quegli stessi militari, per gran parte Carabinieri, al servizio della Patria e del tricolore che rappresentavano in quelle terre geograficamente e culturalmente lontane, in quel tragico 12 novembre hanno eroicamente dato la loro vita per quei valori in cui credevano fermamente, salvando con il loro gesto  altruista circa trecento persone che in quel momento popolavano la base militare, impedendo ai terroristi di raggiungere la palazzina del comando, loro reale obiettivo.
Quando sei un militare capisci il vero senso di appartenenza e prima di metterti in salvo di fronte ad un pericolo pensi a difendere, anche a costo della vita, i tuoi compagni che portano la stessa uniforme.

Per questo ritengo giusto, oltre che doveroso, che i protagonisti, militari e civili, di un simile gesto eroico straordinario, siano considerati dalle Istituzioni meritevoli di essere insigniti della medaglia d’oro, un riconoscimento simbolico alla loro memoria altrettanto straordinario, di cui potrebbero onorarsi anche i loro parenti. Sarebbe un segno di riconoscenza verso quegli eroi che, sacrificando la propria vita, con il loro coraggio hanno reso onore alla bandiera italiana nel mondo con un esempio di virtù da trasmettere ai posteri.  

                                                               Mirko De Soricellis

7a Edizione Borse di studio “Piero Salvati” 2013: Federica e Mirko premiati dalla Fondazione CRAL.


Il sogno nel cassetto di Federica Parrinello (15 anni compiuti appena lo scorso 6 dicembre) è di poter diventare un giorno una ballerina professionista, sia di danza moderna che di danza classica. Per il momento frequenta con buon profitto la classe 2a AS presso l’Istituto Saluzzo Plana di Alessandria e coltiva la sua passione ballando quasi ogni giorno e facendo l’insegnante per corsi di danza riservati alle bambine più piccole, presso il Centro Don Bosco di Alessandria.

Mirko De Soricellis  (16 anni) è invece un grande appassionato di tecnologia, vorrebbe proseguire gli studi universitari presso una facoltà di ingegneria informatica e sogna di potersi in futuro occupare professionalmente in questo mondo delle nanotecnologie e dei big data. Mirko frequenta la 4a D del Liceo Scientifico “Giuseppe Peano” di Tortona.

Sono loro i due vincitori della settima edizione del bando di concorso promosso dall’Associazione Borsa di Studio “Piero Salvati” in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Federica vincitrice nella sezione di concorso riservato agli studenti del biennio, Mirko per quanto riguarda il triennio.

La Fondazione ha infatti confermato anche per questo anno il suo sostegno economico all'iniziativa, che premia annualmente gli studenti più meritevoli delle scuole medie superiori, figli di carabinieri in servizio o di iscritti ad una sezione ANC della Provincia di Alessandria.

"Siamo davvero orgogliosi della fiducia che sia il Ministero della Pubblica Istruzione, nella persona del suo Direttore Generale della Provincia di Alessandria, Antonino Meduri, che la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria per il tramite del suo Presidente, Cav. Pier Angelo Taverna, hanno riposto in questa nostra ONLUS, nata nel 2007 per onorare la memoria di nostro padre, Piero Salvati, molto conosciuto e stimato ex Maresciallo dei Carabinieri e poi funzionario della Pubblica Amministrazione di Tortona – sottolinea Andrea Salvati, presidente dell’Associazione dedicata a suo padre. Poter premiare ogni anno giovani molto meritevoli come Federica e Mirko è per noi e nostra madre Isabella davvero il miglior modo per ricordare il nostro Piero, i suoi valori di onestà, lealtà e impegno, la sua passione per lo studio, la musica e, soprattutto, il suo amore per l'Arma dei Carabinieri."

I due vincitori si sono aggiudicati un premio di mille euro ciascuno e hanno primeggiato tra molti partecipanti, che hanno reso particolarmente difficile ed impegnativa la selezione dei migliori da parte della Commissione Esaminatrice, composta dal nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Alessandria (Colonnello Alessandro Della Nebbia), dal nuovo Comandante della Compagnia Carabinieri di Tortona (Capitano Roberto Ghiorzi), dal Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Tortona (Maresciallo Pierluigi Deriu), dal Direttore Generale del Ministero della Pubblica Istruzione della Provincia di Alessandria (dott. Antonino Meduri), oltre che dai fratelli Monica e Andrea Salvati,  rispettivamente Vicepresidente e Presidente dell'Associazione Borsa di Studio Piero Salvati ONLUS.

Oltre alla presentazione dei voti conseguiti nella pagella finale dell’anno scolastico 2012-13, i candidati hanno potuto svolgere un tema di italiano che nel Bando di Concorso era introdotto da questa traccia:

12 novembre 2003, ore 10.45. Un camion cisterna carico di esplosivo, seguito da un’autovettura, cerca di forzare l’ingresso della base della MSU (Multinational Specialized Unit) a guida italiana, situata nella ex sede della Camera di Commercio di Nassiriya (Iraq). I terroristi ingaggiano un conflitto a fuoco con il personale del corpo di guardia, poi si fanno esplodere nei pressi dell’ingresso, provocando la morte di 8 civili e di 17 militari, tra i quali 12 Carabinieri dell’Unità di Manovra del Reggimento MSU. Il 12 novembre 2009 il Parlamento italiano approva all’unanimità la Legge che istituisce la Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace. Nel decimo anniversario della strage di Nassiriya, quali sono i tuoi pensieri relativamente alle missioni internazionali di pace? Quali sentimenti ti suscita il ricordo di questa strage e del grande sacrificio compiuto dai nostri Carabinieri? Quali, a tuo avviso, gli insegnamenti che si possono trarre da questa ormai storica vicenda? ”

Federica (alla sua prima partecipazione al concorso “Piero Salvati”) si è presentata con una media voti più che discreta, ma non eccezionale; tuttavia ha ottenuto un ottimo punteggio finale, grazie ai punti decimali aggiuntivi guadagnati da una fresca e spontanea lettera di presentazione e per lo svolgimento decisamente indipendente ed originale del tema e per il relativo punteggio aggiuntivo ottenuto.
Federica vive con la sua famiglia (i genitori e un fratello di 19 anni)  in Alessandria ed il padre Vito, in qualità di Maresciallo, guida la stazione dei Carabinieri del quartiere Cristo.

Mirko aveva già partecipato, ma senza successo, durante il suo biennio di studio. La sua famiglia aveva invece già raggiunto un successo proprio con Giulia De Soricellis, sua sorella, vincitrice anche lei nella sezione triennio nell’edizione del 2011. Mirko ha svolto il tema in maniera davvero egregia, ottenendo il massimo del punteggio previsto in questa prova e riuscendo quindi a migliorare notevolmente la sua già ottima media voti e potendo così superare una concorrenza davvero agguerrita di bravissime e bravissimi altri candidati.
Mirko abita a Tortona ed il padre Andrea, Maresciallo Capo, presta il proprio servizio presso la Compagnia dei Carabinieri della sua città.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, oltre a sostenere le due borse di studio di questa iniziativa già dal 2009, ha voluto anche quest’anno estendere il proprio riconoscimento, destinando ai vincitori anche un volume della sua autorevole produzione editoriale, invitando tutti i candidati non vincitori a riprovarci con ancora più determinazione nei prossimi anni.

Alla cerimonia di premiazione, che si è svolta domenica 24 novembre u.s. presso il Duomo di Tortona hanno presenziato, tra gli altri, il Colonello Alessandro Della Nebbia, il Maresciallo Pierluigi Deriu, il Sindaco di Tortona Massimo Berutti, il Procuratore capo di Tortona Bruno Rapetti e il Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Paolo Ronchetti, che ha indirizzato un sentito e cordiale saluto di ringraziamento all’iniziativa della famiglia Salvati, che è ormai diventata un premio ambito e riconosciuto in tutta la nostra Provincia di Alessandria, così come un forte messaggio di incoraggiamento ai premiati e a tutti i partecipanti non vincitori, a tutti i Carabinieri presenti, esempi di meritocrazia, sacrificio e dedizione.

“Se devo giudicare dalla bontà di questa iniziativa e dall’amore che la sua famiglia gli ha voluto dimostrare per ringraziarlo del suo esempio e dei suoi sforzi in vita, allora penso che il Maresciallo Piero Salvati fosse proprio una persona di grandi valori e capacità e mi dispiace molto di non averlo conosciuto personalmente”. Questo è stato il messaggio di saluto e d’introduzione alla premiazione da parte del nuovo Comandante Provinciale, Colonnello Della Nebbia, preceduto da un minuto di silenzio in onore dei Caduti di Nassiriya nel decennale del vile attentato in cui persero la vita.

L'appuntamento per tutti è quindi al prossimo anno per un'edizione ancora molto significativa, che si svolgerà nel duecentesimo anniversario dalla nascita dell’amatissima Arma dei Carabinieri.


Alessandria, 9 dicembre 2013










Associazione "Borsa di Studio Piero Salvati" ONLUS
 Tortona, Alessandria, Italia
Corso Repubblica, 48 - 15057  Tortona
www.associazioneborsadistudiopierosalvati.blogspot.com

salvati64@gmail.com