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domenica 9 dicembre 2018

Il video della conferenza stampa di premiazione della 12 edizione delle Borse di Studio Piero Salvati.

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La foto dei vincitori della 12a Edizione delle Borse di Studio "Piero Salvati"

Al centro, Emma Pelizza e Davide Frosi, vincitori rispettivamente nella categoria biennio e triennio di questa dodicesima edizione. Da sinistra: il papà di Emma in divisa da maresciallo, i genitori di Davide, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Pier Angelo Taverna, che ha premiato i vincitori con una borsa di studio di mille euro ciascuna. Alla sua sinistra il nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Alessandria, Colonnello Michele Angelo Lorusso. Alla sinistra di Emma, il maresciallo Pierluigi Deriu, Presidente dell'Associazione Nazionale Carabinieri sezione di Tortona, la vedova del maresciallo Piero Salvati, la signora Isabella Daffunchio. Dietro di lei, il figlio Andrea Salvati, Presidente dell'Associazione Borse di Studio Piero Salvati. Completano la foto, Monica Faggionato, rappresentante del Provveditorato agli studi della Provincia di Alessandria e il Colonnello Silvano De Florian, Comandante del Nucleo Forestale di Alessandria

COMUNICATO STAMPA 12a Edizione - Borse di Studio “Piero Salvati” 2018: Emma raddoppia e Davide mette a segno il colpo vincente.


Alessandria, 26 novembre 2018

Questa mattina, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Alessandria, alla presenza del Comandante, Colonnello Michele Angelo Lorusso, si svolge la conferenza stampa di premiazione dei vincitori della  dodicesima edizione delle Borse di studio, da mille euro ciascuna, intitolate alla memoria del maresciallo “Piero Salvati” di Tortona. La cerimonia vede la partecipazione di Pier Angelo Taverna, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, da alcuni anni vicina, con il suo sostegno economico, all’iniziativa a favore dei figli studenti meritevoli dell’Arma dei Carabinieri.

La premiazione, davanti a molti giornalisti presenti nella sala Comando di Piazza Vittorio Veneto, vede protagonisti Emma Pelizza e Davide Frosi, rispettivamente vincitori nella categoria biennio e triennio. Emma risiede a Novi Ligure e ha superato nell’anno scolastico 2017-18 a pieni voti la seconda classe del Liceo Linguistico “E. Amaldi”; Davide è nato a Tortona, risiede a Casalbagliano e nello scorso anno scolastico ha frequentato con ottimo profitto il terzo anno del Liceo Scientifico di Scienze Applicate I.T.I.S. “Alessandro Volta” di Alessandria.

In entrambe le categorie quest’anno abbiamo registrato in Commissione Esaminatrice un “testa a testa” fino all’ultimo centesimo di voto tra alcuni candidati davvero molto qualificati e che, oltre ad Emma e Davide, avrebbero anche loro certamente meritato la premiazione. L’invito a tutti loro è di ripresentarsi il prossimo anno, per riprovare con ancora maggiore determinazione. La Commissione Esaminatrice è composta dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Alessandria, Colonnello Michele Angelo Lorusso, dal Comandante della Compagnia Carabinieri di Tortona, Maggiore Carlo Giordano, dal Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Tortona, Maresciallo Pierluigi Deriu, dal Direttore Generale del Ministero della Pubblica Istruzione della Provincia di Alessandria, dott. Leonardo Filippone, oltre che dai fratelli Monica e Andrea Salvati, rispettivamente Vicepresidente e Presidente dell'Associazione Borsa di Studio “Piero Salvati” ONLUS.

Emma (16 anni), vincitrice per il secondo anno consecutivo, è nata a Vicenza il 15 febbraio 2002 e si è presentata alla Commissione con una media scolastica già molto alta, pari a 8,9, alla quale ha potuto aggiungere ben altri 2,84 punti in virtù di una lettera di presentazione e, soprattutto, di un elaborato di eccellente livello e maturità, che ha colpito la Commissione per la sua originalità e intensità emotiva.
Emma, quindi raddoppia, e si è presentata con molta freschezza e spontaneità, raccontando come la sua curiosità di conoscere e approfondire le diverse culture sia stata alla base della sua scelta di iscriversi al liceo linguistico della sua città. Studia inglese, francese e spagnolo e il suo sogno è di poter un giorno lavorare nel giornalismo, viaggiare per lavoro per il mondo, come corrispondente, utilizzando le lingue straniere. Emma ama la musica pop e, tra i suoi prossimi propositi vi è quello di imparare a suonare la chitarra classica.
Quest’anno il tema proposto era stato centrato dalla Commissione sulla relazione tra l’Arma dei Carabinieri e la Costituzione Italiana, nel settantesimo anniversario della sua entrata in vigore.
Una traccia certamente impegnativa, come ha scritto Emma nella sua lettera di presentazione, ma che non le ha impedito, con il complice suggerimento del papà Sergio, maresciallo dei Carabinieri in servizio al N.O.R. di Novi Ligure, di individuare il filone che si è rivelato vincente: anziché affrontare il tema in maniera descrittiva, si è immaginata il dialogo tra la Signora Costituzione Italiana, in carne ed ossa, e il mitico Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Della Chiesa, caduto vittima di un agguato mafioso nell’ormai lontano 1982, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo.
La scelta del Generale, quale protagonista del tema e del dialogo con la Carta Costituzionale Italiana e sui suoi principi fondamentali, si è rivelata molto toccante e ha consentito ad Emma di risalire dagli anni della entrata in vigore della Carta, nell’immediato dopoguerra e con Dalla Chiesa giovane ufficiale, fino ai giorni nostri, con un Generale ormai non più fisicamente presente, ma figura mitica e di riferimento ancora immanente nella sua divisa macchiata di sangue dall’orribile attentato, attento al dibattito contemporaneo sulla legalità e sui valori da difendere e trasmettere alle nuove generazioni.

In quanto a qualità e determinazione, Davide, 9,6 di media e altri 2,08 punti dalle prove aggiuntive (lettera di presentazione e tema) ne ha da vendere. Figlio di Pietro, sottufficiale dei Carabinieri ora in congedo ed iscritto alla ANC sezione di Tortona, è nato il 7 settembre 2001; Davide ama le materie scientifiche e coltiva la sua passione per la matematica, fisica e chimica anche partecipando ad attività extra-curriculari quali le Olimpiadi della Matematica dell’Università Bocconi di Milano (classificandosi secondo a livello provinciale lo scorso anno), le Olimpiadi della Matematica e della Fisica, organizzate a livello provinciale dall’Università “A. Avogadro” di Alessandria e il progetto “Energia in Energia”, promosso dall’azienda 3i Engineering di Alessandria in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale e la Direzione Generale Provinciale del Ministero della Pubblica Istruzione, nel corso del quale ha potuto cimentarsi nella realizzazione, in team con altri compagni di scuola, di alcuni modellini di centrali ad energia rinnovabile.
Davide oltre allo studio ama lo sport ed in particolare pratica, a livello agonistico e da oltre dodici anni, il Taekwondo, disciplina attraverso la quale ha evidentemente imparato a piazzare il “colpo vincente”.
Ascolta molta musica e i generi preferiti sono il pop-rock e la musica elettronica. Per Davide i testi delle canzoni sono vere e proprie poesie e attraverso il fondamentale e magico linguaggio della musica si può riuscire a comunicare anche ciò che normalmente è così difficile da esprimere.
Nello svolgimento del tema Davide si è concentrato nell’analizzare, in un ideale dialogo tra la Carta Costituzionale Italiana e lui stesso, che personifica un anonimo appartenente all’Arma dei Carabinieri, alcuni tra i più significativi articoli della nostra Costituzione, attualizzandoli nella loro concreta applicazione nelle varie situazioni e conflittualità sociali contemporanee.
Nel finale del suo svolgimento, il Carabiniere di Davide sottolinea alla Carta Costituzionale il bisogno di intervenire, prima che il rimpianto ed il rammarico possano prendere il sopravvento, presso i giovani e le nuove generazioni, che devono conoscere, studiare, apprezzare e praticare gli insegnamenti ed i principi della nostra autorevole ed ancora moderna Costituzione.

Tutto ciò per poter rendere l’Italia più vicina a quegli ideali di uno Stato migliore richiamato da Pietro Calamandrei nella traccia del tema, il quale, da buon padre costituente, sapeva parlare ai giovani e li stimolava dicendo: “Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta”. Questo ci ricorda Emma Pelizza nella sua lettera di presentazione.

"Insieme alla mamma e a mia sorella Monica, afferma Andrea Salvati, Presidente dell’Associazione Borsa di Studio Piero Salvati, ci siamo commossi nel leggere i lavori dei tanti qualificati giovani candidati che, anche in questa dodicesima edizione della nostra iniziativa, hanno voluto partecipare e così onorare la memoria di nostro padre e dei suoi forti e radicati valori della musica, dello studio e dell’Arma dei Carabinieri. Ricordo con tanta gratitudine e nostalgia i suoi discorsi a tavola a noi figli per sensibilizzarci sulla bellezza della nostra Carta Costituzionale, dei suoi principi di eguaglianza e di libertà democratica; interventi che era solito fare periodicamente, senza dimenticare di sottolineare quanto di doveri, oltre che di diritti, la Carta fosse portatrice e per noi cittadini fonte di responsabilità civile, nella difesa e affermazione quotidiana e senza compromessi dei suoi articoli”.

Le foto della cerimonia di premiazione, le lettere di presentazione e i temi dei vincitori di questa edizione 2018 saranno pubblicati sul sito della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e sul sito della stessa Associazione Borsa di Studio “Piero Salvati”.

salvati64@gmail.com




Il tema di Emma Pelizza, un dialogo romanzato tra la nostra Costituzione e il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa. La vincitrice del biennio fa il bis, dopo il successo dello scorso anno, con questo tema che ha fortemente emozionato tutti i membri della Commissione Esaminatrice.


La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!” (Pietro Calamandrei) 

Settant’anni di Costituzione della Repubblica Italiana, settant’anni di lavoro svolto da tutti coloro che hanno creduto e credono negli ideali alla base di questo documento, cardine della legalità. 
Ciascuno di noi è ogni giorno chiamato a collaborare attivamente affinché le parole della Carta Costituzionale diventino realtà. 
Immagina di essere un appartenente all'Arma,  istituzionalmente deputata a difendere la legalità, che incontra, in carne e ossa, la Costituzione. Insieme discuterete dei sogni e dei desideri realizzati, dei rimpianti e dei progetti ancora all’orizzonte.

Svolgimento
Premessa:
nello svolgimento di questo tema, ho voluto immaginare un breve dialogo “romanzato”  tra la nostra Carta costituzionale impersonificata da una bella signora che incontra casualmente un Carabiniere molto “speciale” e ammirato (soprattutto da mio padre, anche lui Carabiniere, e ricorrente nei suoi ricordi quale esempio di correttezza morale):  Carlo Alberto dalla Chiesa.

Generale: Buonasera Signora.
Costituzione: Buonasera, chi siete?
Generale: Sono un Carabiniere.
Costituzione: Ah, …e come vi chiamate?
Generale: Carlo Alberto. Carlo Alberto dalla Chiesa.
Costituzione: Indossate proprio una bella divisa: che grado avete?
Generale: Sono un Generale: per la precisione, Generale di Corpo d’Armata.
Costituzione: Raccontatemi di voi Generale.
Generale: Sono nato in Piemonte, anche mio padre era Generale dei Carabinieri. Insomma siamo una famiglia di tradizione militare. Io però Vi conosco bene perché, Signora,  io… io vi ho visto nascere.
Costituzione: Addirittura?
Generale: Si. Siete nata in un momento molto difficile per questo Paese…ma preferirei tralasciare…
Costituzione: Continuate, Generale, vi prego.
Generale: L’Italia usciva da una guerra, la seconda Guerra Mondiale, una guerra fratricida. Tutto era distrutto; c’era da ricostruire e soprattutto da ripristinare la pace. Ed è così che siete nata, in un freddo inverno del 1947: un insieme di persone colte ed onorevoli Vi hanno generato, i Padri Costituenti. Ricordo che, a quell’epoca,  io ero un giovane ufficiale e svolgevo il mio servizio in Campania combattendo, insieme ai miei valorosi uomini, così come ho sempre fatto, i banditi. Ma, tornando a Voi, mia bella Signora, Voi dovete sapere che rappresentate la massima espressione della Legge. Siete la sintesi di ciò per cui molti italiani hanno combattuto sino all’estremo sacrificio: la libertà. Voi siete stata creata nel genuino progetto di una vita onesta, basata sul lavoro e dove tutti avessero pari diritti e dignità.
Costituzione: Ah…  quindi, se ho capito bene, da allora in poi è filato tutto “liscio come l’olio”?
Generale: Non proprio.
Costituzione: E cos’altro è successo?! Ma, gli Italiani non erano contenti?
Generale: Purtroppo, nonostante gli iniziali buoni propositi ed un periodo di benessere, sono arrivati nuovamente tempi tristi.
Costituzione: c’è stata un’altra guerra mondiale?
Generale: non proprio. Non è stata una guerra come quella che personalmente avevo già  vissuto, con un nemico facilmente riconoscibile. E’ stata una guerra subdola, creata da opposte fazioni che volevano prevaricare l’una sull’altra, ma col fine comune di sovvertire quello che era l’ordine democratico. Sono stati momenti bui: c’era il Terrorismo. Tempi in cui anch’io ho pensato che le nostre fatiche, il desiderio di creare un futuro migliore in un paese civile, fossero stati solo un miraggio. In quel periodo ho perso molti dei miei Carabinieri. Ma, poi, è prevalsa in tutta la Nazione la volontà di non lasciarsi travolgere da una spirale d’odio e nonostante non sia stata un’impresa facile, anche questa volta, le cose sono andate via via migliorando.
Costituzione: oh, bene, finalmente una buona notizia. Ma, mi perdoni, Generale, vedo solo adesso che la sua divisa è sporca.
Generale: no, non è sporca. E’ solo macchiata di sangue.
Costituzione: Oddio… E’ di chi è quel sangue?
Generale: è il mio, ma c’è anche quello di mia moglie Emanuela. Siamo stati uccisi insieme un po’ di tempo fa. Era estate, faceva molto caldo: era il 3 di settembre del 1982. Quel giorno venne ferito a morte anche Domenico,… Domenico Russo il mio agente di scorta: aveva solo 31 anni.
Costituzione: mah… voglio capire. Non c’era la guerra, il Terrorismo era finito: e allora, cos’è successo ancora?
Generale: io all’epoca ero stato da poco nominato Prefetto in Sicilia, a Palermo precisamente. Era un fatto eccezionale che un Generale dei Carabinieri venisse nominato Prefetto ma il Governo di quel tempo aveva visto in me l’uomo giusto per riportare in quella bellissima terra un segno tangibile della presenza dello Stato.  In quel breve periodo, insieme alle Forze dell’ordine e alla Magistratura abbiamo lavorato sodo, ma forse, non abbastanza. Fatto sta che uomini vili, aggregati tra loro in un’organizzazione criminale molto potente hanno pensato bene di togliermi di mezzo.
Costituzione: e allora? Tutti i diritti che io porto in serbo, il lavoro, la giustizia, la dignità dell’uomo….non sono serviti a nulla!
Generale: assolutamente no, Signora, questo non dovete nemmeno pensarlo! Vedete, quelle persone che mi hanno ucciso e hanno tentato in questo modo di oltraggiarVi, di calpestarVi, hanno trovato poi uomini e donne, insomma altri Italiani altrettanto valorosi che si sono impegnati e sono riusciti a scovarli e a emarginarli nelle patrie galere.
Costituzione: sono veramente costernata che siate però morto in un modo così tragico Generale.
Generale: anch’io ne sono dispiaciuto. E, purtroppo, devo dirvi, ancora, che non sono stato l’unica vittima di quella che viene comunemente definita “Mafia”, ma che altro non è che un fenomeno sociale ed umano e che, come tale, ha avuto un inizio e avrà anch’esso, sicuramente, una fine. Altri uomini delle Istituzioni, ma anche normali cittadini hanno dedicato la loro esistenza e tuttora si adoperano, affinché quanto da Voi enunciato, permanga come una solida realtà nel popolo di questo Paese.
Costituzione: si, ma Voi però… non esistete più.
Generale: in parte è vero. Ma chi ci ha eliminato lo ha fatto solo fisicamente. Le nostre azioni, il nostro pensiero non sono morti. Essi vivono e sono stati raccolti come esempio da altri che credono nei Vostri principi e che non si faranno zittire pavidamente. E sono altrettanto certo che i miei “colleghi”, in questo, sapranno certamente distinguersi con onore.
Costituzione: Lo penso anch’io, caro Generale.  Beh, è giunto il momento di salutarci. Grazie per ciò che ha fatto per me e per  l’Italia.
Generale: L’ho fatto con passione, credendo fermamente nella bontà delle mie idee: e quando ci si applica con passione non si sente la fatica. Ci si può stancare fisicamente, ma per quello basta un po’ di riposo: giusto  per recuperare le energie. Ed io, adesso, ho molto tempo per riposare. Buonanotte Signora Costituzione.
Costituzione: Buonanotte Carlo.


Emma Pelizza

Ecco il tema di Davide Frosi, vincitore nella categoria triennio: i giovani devono conoscere la Carta Costituzionale, per diventarne i più valorosi difensori.


La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!” (Pietro Calamandrei)

Settant’anni di Costituzione della Repubblica Italiana, settant’anni di lavoro svolto da tutti coloro che hanno creduto e credono negli ideali alla base di questo documento, cardine della legalità.
Ciascuno di noi è ogni giorno chiamato a collaborare attivamente affinché le parole della Carta Costituzionale diventino realtà.


Immagina di essere un appartenente all’Arma, istituzionalmente deputata a difendere la legalità, che incontra, in carne e ossa, la Costituzione. Insieme discuterete dei sogni e dei desideri realizzati, dei rimpianti e dei progetti ancora all’orizzonte.



SVOLGIMENTO

«Allora, vediamo un po’... mi sai dire di cosa parlo nel mio terzo articolo?»
Mi fece una domanda a bruciapelo: non avevo previsto che mi avrebbe chiesto qualcosa su di Lei. Ed invece, quello che doveva essere solo un appuntamento per parlare del più e del meno, divenne un’importante discussione sulla Costituzione Italiana...
«Ehi, ehi, non avevi detto che mi avresti interrogato», risposi frettolosamente.
«Non c’era bisogno che ti avvertissi, e poi non ti sto “interrogando”»
«Ma doveva essere solo un incontro amichevole! Va beh, penso che non me la darai vinta, e comunque non è da sottovalutare un argomento così, per me che sono dell’Arma...»
«Ben detto. Vedo che hai cambiato subito idea»
«D’altronde, siamo noi che dobbiamo difendere la legalità! Allora, il terzo Articolo... dice che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, e che la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini. Corretto, vero?»
«Beh sì, ma questa era facile! Ad esempio, cosa tratta l’articolo 7?»
«Facile: i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica. Poi c’è l’articolo 8 che riguarda la tutela e l’organizzazione delle diverse religioni»
Passammo in rassegna alcuni importanti articoli: alla fine non era tanto lontana da un’interrogazione, nonostante l’abbia negato all’inizio.
«Penso che ci sia bisogno di una pausa, non trovi?»
«Grazie, ne avevo bisogno! Anche se devo ammettere che è interessante parlare di te e dei tuoi articoli»
È vero, lo trovavo appassionante, coinvolgente, e su ognuno degli articoli c’era un sacco di cose da dire. Notammo quanto fossero importanti i concetti espressi nella Costituzione, la quale definisce la struttura e le regole fondamentali di uno stato. Creata nel 1947 dall’Assemblea Costituente, durante la presidenza di Enrico De Nicola, entrò in vigore il 1 gennaio 1948 e da allora raccolse le leggi di riferimento, a partire dai 12 principi fondamentali, basandosi sulla sovranità del popolo e definendo disposizioni in molti settori. Alcuni affermavano concetti più “curiosi”, come la tutela del patrimonio artistico e culturale:
«È affascinante che concetti come l’arte sia trattata praticamente al pari dell’uguaglianza dei cittadini, tra i principi fondamentali, e trovo che ciò sia una cosa positiva» pensai.
Molti altri, invece, approfondiscono i rapporti civili, etico-sociali ed economici. Ma ciò che mi aveva conquistato, era il fatto che l’insieme degli articoli della Costituzione definiva un’organizzazione praticamente perfetta dello Stato.
«Sai», mi rivelò la Costituzione, «sono orgogliosa di definire un ottimo e preciso modello di Stato, ma c’è ancora qualcosa che non va...»
«Cosa intendi?» le domandai.
«Vedi, ormai sono passati settant’anni da quando sono stata scritta. E da settant’anni, ogni giorno, tutti coloro che credono in me, negli ideali alla base di ciò che esprimo, lavorano, si operano affinché questi ideali siano rispettati»
«È vero», la interruppi per un attimo, «ciascuno di noi è chiamato a collaborare attivamente per rendere le tue parole realtà»
«Ed in questo, devo veramente ringraziare l’Arma, che si opera di continuo per tutelare questi stessi ideali, e per difendere la legalità. Ogni giorno, vi attivate per preservare i diritti dei cittadini, fate in modo che rispettino i loro doveri, li aiutate nell’ambito dei rapporti civili e sociali, prestate servizio di difesa al territorio nazionale, mantenete l’ordine pubblico e la sicurezza tra le persone, aiutate coloro che si trovano più in difficoltà, nelle aree colpite dalle pubbliche calamità, concorrendo a prestare soccorso alle popolazioni interessate a questi eventi calamitosi»
Ero al contempo gratificato da questi elogi fatti dalla Costituzione in persona, e orgoglioso di appartenere a questo Corpo che davvero lavorava per questi scopi. La mia interlocutrice continuò:
«Ma c’è ancora molto da fare, per tutti gli Italiani, perché ciò che ancora è un programma, una speranza, un impegno da compiere, diventi realtà consolidata»
È vero. Non ci pensavo spesso, ma se la Costituzione esprimeva le basi per uno Stato ideale, la verità era che questo Stato ideale era, per diversi aspetti, lontano dalla realtà.
«Riflettiamoci un po’», suggerì la Costituzione, «partendo dai 12 principi fondamentali. Gli articoli primo e quarto definiscono l’Italia come uno stato fondato...»
«...sul lavoro, che è sia un diritto sia un dovere di ogni cittadino»
«Inoltre, secondo il quarto articolo, lo Stato...»
«...deve promuovere le condizioni necessarie a poter esercitare questo diritto. Però, a pensarci bene, uno degli argomenti più d’attualità, è proprio la crescente disoccupazione, soprattutto tra i giovani. È un peccato, se pensiamo alle menti che ci sono in Italia». Riflettei un attimo. «Mi ricordo di una legge a causa della quale chi viene assunto, spesso ottiene un contratto a termine di alcuni mesi. Il risultato di questa legge è che chi non ha un lavoro stabile, come i giovani, si ritrova senza possibilità di carriera e di avere uno stipendio su cui contare. Forse, con questa legge il lavoro per i giovani non è garantito...»
«Sì, è vero che la disoccupazione tra i giovani è una questione da risolvere. Passando ad un altro argomento, gli articoli secondo e terzo pongono tutte le persone sullo stesso livello, con parità nella dignità sociale, nei diritti e doveri e davanti alla legge. Tra i cittadini non ci devono essere distinzioni di condizioni personali e sociali, tra le altre cose. Inoltre il terzo articolo dice che lo stato deve assicurare che questa parità sia rispettata, anche dal punto di vista sociale»
«Ma la dignità sociale non è più una responsabilità delle singole persone, alle quali si chiede di non fare distinzioni tra i propri simili?»
«Già, e purtroppo questo spesso non accade»
«Infatti nella vita quotidiana le discriminazioni sono molto presenti, ma lo Stato non può intervenire direttamente»
Mi resi conto che c’era ancora molto da fare, per migliorare la Nazione e renderla conforme agli ideali della Costituzione. Ma c’era ancora qualcosa, secondo me, da fare. Qualcosa di molto importante:
«Sai...» ripresi, «c’è ancora una cosa molto importante che rimpiango, e che secondo me va attuata affinché lo Stato migliori»
«E di cosa si tratta?» mi chiese la Costituzione incuriosita.
«I giovani. Se chiedi ad un ragazzino i concetti espressi dagli articoli della Costituzione, probabilmente non ti saprà rispondere. I ragazzi di oggi non li conoscono, e per questo uno dei miei più grandi desideri è che tra di loro ci sia una maggiore consapevolezza dell’importanza della Costituzione. Bisogna, più di quanto non si faccia adesso, che nelle scuole vengano insegnati i principi della carta costituzionale, bisogna farli conoscere affinché, in futuro, possano essere messi in atto dalle generazioni che cresceranno e che, quindi, avranno le basi per poter rendere l’Italia più vicina a quegli ideali di uno Stato migliore»

Davide Frosi