Cerca nel blog

domenica 10 dicembre 2017

Emma e Margherita, vincitrici della 11a Edizione

Da sinistra a destra: Manuela e Sergio Pelizza, genitori di Emma, vincitrice nella categoria biennio, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Pier Angelo Taverna, la vedova di Piero Salvati, la signora Isa Daffunchio, Margherita Bruno, prima classificata nella categoria triennio, il Maresciallo Pierluigi Deriu, Presidente della sezione di Tortona dell'Associazione Nazionale Carabinieri, il Maggiore Carlo Giordano, Comandante della Compagnia Carabinieri di Tortona, il funzionario del Provveditorato degli Studi di Alessandria, dott.ssa Monica Faggionato. In seconda fila, da sinistra: Claudio Bruno, papà di Margherita e Andrea Salvati, Presidente dell'Associazione Borse di Studio "Piero Salvati"

Il video della premiazione e della conferenza stampa delle vincitrici della 11a Edizione

https://radiogold.it/cronaca/115880-borse-studio-salvati-premiate-giovani-novi-tortona/#.WiZIMo38Ct4.whatsapp

Il tema del giovane Filippo Salvati, primo nipote di Piero. Fuori concorso, ha colpito e commosso la Commissione, che lo ha considerato come il miglior elaborato di questa 11a Edizione delle Borse di Studio "Piero Salvati"

"Un comportamento bullo è un tipo di azione che mira deliberatamente a far del male o a danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi, persino anni ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittime. Alla base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c'è un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare" (Sharp e Smith, 1995)”. 
Sul sito dei Carabinieri si legge questo invito: “Se avete avuto esperienze dirette o indirette di bullismo recatevi alla Stazione Carabinieri più vicina”.
Quali sono le tue riflessioni e a quali eventuali esperienze questo argomento ti rimanda nella tua storia scolastica?

-->
Quale pensi possa essere il ruolo ed il peso dell’Arma nel contrastare la diffusione di questo crimine?

Ciao bullo,
sai che non ricordo nemmeno come tutto è iniziato? O forse sì… Mi dissi che non avevi visto ragazza più grassa di me e che non avrei mai trovato un ragazzo a cui potessi piacere.

Io non vivo in città, ma in un paesino a cavallo di un torrente con solo asilo ed elementari.
Il primo giorno di medie fu abbastanza traumatico, non conoscevo nessuno e mi sedetti di fianco a Te, ultima fila, l'unico posto rimasto. Iniziasti dapprima a prendere le penne dal mio astuccio, che accuratamente mi ero preparata per il primo giorno di scuola. Io sono una bambina timida e mai avrei avuto il coraggio di farlo notare all’insegnante.
I giorni passano e gli scherzi peggiorano. Mi prendevi i libri che tu non portavi da casa, mi rubavi la merenda e buttavi il diario nel cestino. Ed io zitta, subivo.
La prima verifica di matematica fu però il vero inizio di questa tortura. Mi strappasti il foglio del mio compito dal banco per copiare, colta alla sprovvista, ebbi allora il coraggio di alzare la mano e dirlo all’insegnante. Tu presi una nota e ti spostarono di banco.
“Finalmente”- pensai - “adesso mi lascerà stare”. Ma se da una parte finivi con i dispetti fisici, credo per paura di essere colto di nuovo dall’insegnante, iniziasti con il torturarmi psicologicamente.
Gli insulti erano vari: sulla situazione economica della mia famiglia e sul paese in cui vivo fino al mio aspetto fisico, soprattutto al mio aspetto fisico.
Lo sport non mi è mai interessato ed in casa i miei non cucinano, tornando sempre la sera tardi da lavoro. Tutti i giorni infatti, mi scaldo qualcosa di surgelato o sgranocchio merendine tutto il pomeriggio per tirare avanti fino al giorno successivo. Questo insano stile di vita mi ha portato ad essere grassa con una forte acne al viso.
“Hey balena!”, “attenta che la sfondi quella sedia!!”, “ma non ti lavi la faccia ogni tanto?!”.
Sono queste le parole che mi accompagnano durante la giornate dalle otto di mattina fino all’una e trentasette, quando, dopo altri quaranta minuti di autobus, posso finalmente tornare a casa.
Ogni giorno mi guardo allo specchio ed ogni giorno piango, piango forte. Cerco di strapparmi con le mani la ciccia dai fianchi e con le dita ancora unte dalla pizza surgelata mi sfrego la faccia tentando di nascondere quei maledetti brufoli che mi fanno etichettare come sporca.
A mamma e papà non dico niente, non voglio preoccuparli. Le poche volte che ci parlo si sfogano del loro lavoro e  dei problemi che hanno con i loro famigliari. Perchè dovrei impensierirli ancora di più? Non mi hanno mai chiesto niente, perchè dovrebbe interessarli?

Mi sento sola, non so chi parlare, per questo Ti scrivo questa lettera. Con oggi sono cinque mesi che ti conosco, centocinquanta giorni che mi insulti, tremilaseicento ore che non mi sento accettata da nessuno, duecentosedicimila minuti, attimi, volte che ho pensato a come portare a termine una volta per tutta questa tortura.
Sorridi perchè oggi sarai felice. Non dovrai più vedere la mia sporca faccia cicciona la mattina. Tranquillo, adesso vado a lavarmela definitivamente. Spero solo che le turbini del torrente possano accogliermi come questa vita non ha fatto.
Hai vinto.
Addio.
                                                                                    

La balena brufolosa                                                                        7-6-2005  |  13-1-2017
                                                                                                                        

Questo potrebbe essere solo un esempio degli infiniti casi di bullismo che si verificano in Italia e nel mondo ogni giorno.
Ragazzini vittime di bullismo, spesso durante il periodo delle medie, trovano l’unica soluzione alle loro sofferenze togliendosi la vita.
Il bullo, come molti sanno, è un individuo insicuro, che riversa le proprie insicurezze e frustrazioni interiori prendendo di mira persone più deboli caratterialmente e fisicamente di lui.
Una volta individuata la preda, persiste fino allo sfinimento fisico e psicologico di essa.
Ciò che spaventa e disorienta il bullo, invece, è una forte presa di posizione della vittima contro di lui, specialmente se supportata da autorità o figure importanti quali genitori.
E’ importantissimo che la vittima non si senta mai sola; per questo anche un semplice dialogo di conforto con essa può essere fondamentale.
“Purtroppo” però, con l’avvento di internet e dei social network, è tanto più facile per il bullo nascondere la propria identità e perseverare nel proprio intento, quanto difficile essere smascherato dalle vittime e autorità competenti.
I carabinieri, in quanto forze dell’ordine, dovrebbero attuare un forte rastrellamento in giro per le scuole, luogo in cui i nostri ragazzi passano la maggior parte delle loro giornate, perché la prevenzione è la miglior soluzione di ogni problema. Parlare. Questo deve essere alla base di un possibile discorso ad una classe. Nessuno è da solo e l’insegnante deve essere la prima persona da avvertire. Ma soprattutto intervenire. Sempre. Se si assiste ad un episodio di bullismo, bisogna fare un passo avanti in favore della vittima e rendere plateale al pubblico, ma più importante al bullo, che la vittima non è da sola.
I bulli c’erano, ci sono e ci saranno sempre, per questo un piano di azione in loro aiuto è auspicabile, ma non di primaria importanza.
-->
Anche perchè un bullo senza vittime, non è più un bullo.

Filippo Salvati, 24 novembre 2017

Borse di Studio “Piero Salvati” 2017: due studentesse eccellenti al vertice. La novese Emma Pelizza vince nella categoria biennio, mentre Margherita Bruno, di Sarezzano, si aggiudica quella per il triennio.

Questa mattina, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Alessandria, alla presenza del Comandante, Colonnello Enrico Scandone, si svolge la conferenza stampa di premiazione dei vincitori della undicesima edizione delle Borse di studio, da mille euro ciascuna, intitolate alla memoria del maresciallo “Piero Salvati” di Tortona. La cerimonia vede la partecipazione di Pier Angelo Taverna, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, da alcuni anni vicina, con il suo sostegno economico, all’iniziativa a favore dei figli studenti meritevoli dell’Arma dei Carabinieri.

La premiazione, davanti a molti giornalisti presenti nella sala Comando di Piazza Vittorio Veneto, vede protagonisti Emma Pelizza e Margherita Bruno, rispettivamente vincitori nella categoria biennio e triennio. Emma risiede a Novi Ligure e ha superato nell’anno scolastico 2016-17 a pieni voti la prima classe del Liceo Linguistico “E. Amaldi”; Margherita abita a Sarezzano e nello scorso anno scolastico ha frequentato con ottimo profitto il quarto anno del Liceo Classico “G. Peano” di Tortona.

Quest’anno ci sono state tantissime candidature, specie nella categoria del biennio, e il concorso è stato molto combattuto, fino all’ultimo centesimo di voto. La Commissione Esaminatrice (composta dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Alessandria, Colonnello Enrico Scandone, dal Comandante della Compagnia Carabinieri di Tortona, Maggiore Carlo Giordano, dal Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Tortona, Maresciallo Pierluigi Deriu, dal Direttore Generale del Ministero della Pubblica Istruzione della Provincia di Alessandria, dott. Franco Calcagno, oltre che dai fratelli Monica e Andrea Salvati, rispettivamente Vicepresidente e Presidente dell'Associazione Borsa di Studio “Piero Salvati” ONLUS) ha dovuto fare gli straordinari. Davvero ottimo il livello di tutte le candidature presentate ed è stata necessaria una seduta lunga e particolarmente attenta per scegliere i degni vincitori.

Emma (15 anni) è nata a Vicenza il 15 febbraio 2002 e si è presentata alla Commissione con una media scolastica già molto alta, pari a 9, alla quale ha potuto aggiungere ben altri 2,9 punti in virtù di una lettera di presentazione e di un elaborato di eccellente livello e maturità, anche tenendo conto della sua giovane età.
Emma è una ragazza di carattere e alla Commissione si è presentata con molta freschezza e spontaneità, raccontando come la sua curiosità di conoscere e approfondire le diverse culture sia stata alla base della sua scelta di iscriversi al liceo linguistico della sua città. Studia inglese, francese e spagnolo e il suo sogno è di poter un giorno viaggiare per lavoro per il mondo, utilizzando le lingue straniere. Emma ama la musica e, tra i suoi prossimi propositi vi è quello di imparare a suonare la chitarra classica.
Emma ha introdotto il suo elaborato (che quest’anno era stato centrato dalla Commissione sullo scottante e attuale tema del bullismo e del cyberbullismo e del ruolo dell’Arma dei Carabinieri nel contrastare questa piaga sociale, nel fare prevenzione e nel tutelare le vittime di questi moderni “aguzzini”), con una frase di Dostoevskij, particolarmente felice nel sintetizzare il suo contenuto: “Le persone sono sempre persone, non tasti di pianoforte. Perché nessuno può schiacciarci per suonare la musica che piace a loro”. Il papà di Emma è un maresciallo dei carabinieri appartenente al Comando Nucleo Radio Mobile di Novi Ligure.

In quanto a grinta e carattere, Margherita, neomaggiorenne, 8,42 di media e altri 2,7 punti dalle prove aggiuntive (lettera di presentazione e tema) ne ha da vendere. Nata a Voghera il 13 novembre 1999, Margherita ama tanto ciò che studia ed ha un grandissimo interesse per le materie letterarie. Lo studio del greco e del latino le ha aperto un mondo, facendole scoprire la bellezza che l’uomo è in grado di produrre, in primis nelle arti figurative. Margherita sogna di diventare direttore di un importante museo e anche lei, citando Dostoevskij, è convinta che “La bellezza salverà il mondo”. Il prossimo anno aspira ad iscriversi all’università per frequentare un corso di Economia dei Beni Culturali (interfacoltà tra Economia e Lettere e Filosofia). Suo papà è iscritto all’Associazione Nazionale Carabinieri, sezione di Tortona.
Margherita ha introdotto il suo tema sul bullismo con una frase molto profonda di Eleanor Roosevelt, ex first lady degli Stati Uniti d’America: “Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso”.
Ha poi analizzato il fenomeno, utilizzando e commentando i dati di una recente indagine ISTAT sui ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, dai quali emerge l’inquietante realtà di un 50% di intervistati che ha denunciato di aver subito in passato qualche episodio offensivo, mentre il 20% ha dichiarato di esserne vittima assidua. Secondo il suo pensiero il ruolo dell’Arma e delle forze di polizia è stato e sarà sempre fondamentale sia in chiave di prevenzione con incontri a tema nelle scuole, ma ancora di più perché i Carabinieri, attraverso le loro stazioni e caserme capillari sul territorio, possono rendersi disponibili all’ascolto del racconto delle vittime, così da poter offrire già così un aiuto concreto e, soprattutto discreto, perché spesso chi subisce atti di bullismo si vergogna a parlarne in famiglia o a scuola e quindi si sente solo e ha bisogno prima di tutto di conforto, attenzione, protezione e riservatezza.
Importante al fine il richiamo di Margherita alla cultura della collaborazione e della partecipazione, affinché ogni testimone di violenza e di episodi di bullismo si senta in dovere di fare la propria parte, senza voltare le proprie spalle, anzi isolando, sia a parole, che nei fatti, i “bulli”; anche se per molti coetanei (e per tanti adulti) ignorare un problema è più facile che combatterlo. Ma è il momento di dire basta e di sconfiggere anche questi atteggiamenti omertosi, perché, come diceva Martin Luter King: “Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni”.

"Siamo davvero onorati e orgogliosi della fiducia che il Comando Provinciale dei Carabinieri di Alessandria e la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria hanno riposto in questa nostra Associazione, nata nel 2007 per onorare la memoria di nostro padre, Piero Salvati, molto conosciuto e stimato Maresciallo dei Carabinieri, prima, e poi funzionario della Pubblica Amministrazione di Tortona – sottolinea Andrea Salvati, Presidente dell’Associazione omonima. Ogni anno premiamo dei giovani studenti davvero meritevoli come Emma e Margherita, provenienti dalle migliori scuole secondarie del basso Piemonte e delle zone limitrofe. Per noi fratelli Salvati e per la nostra mamma Isabella, il miglior modo per ricordare il nostro papà Piero, i suoi valori di onestà, lealtà e impegno, la sua passione per lo studio, la musica e, soprattutto, il suo amore per l'Arma dei Carabinieri.”

Le foto della cerimonia di premiazione, le lettere di presentazione e i temi dei vincitori di questa edizione 2017 saranno pubblicati sul sito della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e sul sito della stessa Associazione Borsa di Studio “Piero Salvati”.



Alessandria, 4 dicembre 2017







www.associazioneborsadistudiopierosalvati.blogspot.com                                 salvati64@gmail.com