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domenica 9 dicembre 2018

Ecco il tema di Davide Frosi, vincitore nella categoria triennio: i giovani devono conoscere la Carta Costituzionale, per diventarne i più valorosi difensori.


La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!” (Pietro Calamandrei)

Settant’anni di Costituzione della Repubblica Italiana, settant’anni di lavoro svolto da tutti coloro che hanno creduto e credono negli ideali alla base di questo documento, cardine della legalità.
Ciascuno di noi è ogni giorno chiamato a collaborare attivamente affinché le parole della Carta Costituzionale diventino realtà.


Immagina di essere un appartenente all’Arma, istituzionalmente deputata a difendere la legalità, che incontra, in carne e ossa, la Costituzione. Insieme discuterete dei sogni e dei desideri realizzati, dei rimpianti e dei progetti ancora all’orizzonte.



SVOLGIMENTO

«Allora, vediamo un po’... mi sai dire di cosa parlo nel mio terzo articolo?»
Mi fece una domanda a bruciapelo: non avevo previsto che mi avrebbe chiesto qualcosa su di Lei. Ed invece, quello che doveva essere solo un appuntamento per parlare del più e del meno, divenne un’importante discussione sulla Costituzione Italiana...
«Ehi, ehi, non avevi detto che mi avresti interrogato», risposi frettolosamente.
«Non c’era bisogno che ti avvertissi, e poi non ti sto “interrogando”»
«Ma doveva essere solo un incontro amichevole! Va beh, penso che non me la darai vinta, e comunque non è da sottovalutare un argomento così, per me che sono dell’Arma...»
«Ben detto. Vedo che hai cambiato subito idea»
«D’altronde, siamo noi che dobbiamo difendere la legalità! Allora, il terzo Articolo... dice che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, e che la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini. Corretto, vero?»
«Beh sì, ma questa era facile! Ad esempio, cosa tratta l’articolo 7?»
«Facile: i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica. Poi c’è l’articolo 8 che riguarda la tutela e l’organizzazione delle diverse religioni»
Passammo in rassegna alcuni importanti articoli: alla fine non era tanto lontana da un’interrogazione, nonostante l’abbia negato all’inizio.
«Penso che ci sia bisogno di una pausa, non trovi?»
«Grazie, ne avevo bisogno! Anche se devo ammettere che è interessante parlare di te e dei tuoi articoli»
È vero, lo trovavo appassionante, coinvolgente, e su ognuno degli articoli c’era un sacco di cose da dire. Notammo quanto fossero importanti i concetti espressi nella Costituzione, la quale definisce la struttura e le regole fondamentali di uno stato. Creata nel 1947 dall’Assemblea Costituente, durante la presidenza di Enrico De Nicola, entrò in vigore il 1 gennaio 1948 e da allora raccolse le leggi di riferimento, a partire dai 12 principi fondamentali, basandosi sulla sovranità del popolo e definendo disposizioni in molti settori. Alcuni affermavano concetti più “curiosi”, come la tutela del patrimonio artistico e culturale:
«È affascinante che concetti come l’arte sia trattata praticamente al pari dell’uguaglianza dei cittadini, tra i principi fondamentali, e trovo che ciò sia una cosa positiva» pensai.
Molti altri, invece, approfondiscono i rapporti civili, etico-sociali ed economici. Ma ciò che mi aveva conquistato, era il fatto che l’insieme degli articoli della Costituzione definiva un’organizzazione praticamente perfetta dello Stato.
«Sai», mi rivelò la Costituzione, «sono orgogliosa di definire un ottimo e preciso modello di Stato, ma c’è ancora qualcosa che non va...»
«Cosa intendi?» le domandai.
«Vedi, ormai sono passati settant’anni da quando sono stata scritta. E da settant’anni, ogni giorno, tutti coloro che credono in me, negli ideali alla base di ciò che esprimo, lavorano, si operano affinché questi ideali siano rispettati»
«È vero», la interruppi per un attimo, «ciascuno di noi è chiamato a collaborare attivamente per rendere le tue parole realtà»
«Ed in questo, devo veramente ringraziare l’Arma, che si opera di continuo per tutelare questi stessi ideali, e per difendere la legalità. Ogni giorno, vi attivate per preservare i diritti dei cittadini, fate in modo che rispettino i loro doveri, li aiutate nell’ambito dei rapporti civili e sociali, prestate servizio di difesa al territorio nazionale, mantenete l’ordine pubblico e la sicurezza tra le persone, aiutate coloro che si trovano più in difficoltà, nelle aree colpite dalle pubbliche calamità, concorrendo a prestare soccorso alle popolazioni interessate a questi eventi calamitosi»
Ero al contempo gratificato da questi elogi fatti dalla Costituzione in persona, e orgoglioso di appartenere a questo Corpo che davvero lavorava per questi scopi. La mia interlocutrice continuò:
«Ma c’è ancora molto da fare, per tutti gli Italiani, perché ciò che ancora è un programma, una speranza, un impegno da compiere, diventi realtà consolidata»
È vero. Non ci pensavo spesso, ma se la Costituzione esprimeva le basi per uno Stato ideale, la verità era che questo Stato ideale era, per diversi aspetti, lontano dalla realtà.
«Riflettiamoci un po’», suggerì la Costituzione, «partendo dai 12 principi fondamentali. Gli articoli primo e quarto definiscono l’Italia come uno stato fondato...»
«...sul lavoro, che è sia un diritto sia un dovere di ogni cittadino»
«Inoltre, secondo il quarto articolo, lo Stato...»
«...deve promuovere le condizioni necessarie a poter esercitare questo diritto. Però, a pensarci bene, uno degli argomenti più d’attualità, è proprio la crescente disoccupazione, soprattutto tra i giovani. È un peccato, se pensiamo alle menti che ci sono in Italia». Riflettei un attimo. «Mi ricordo di una legge a causa della quale chi viene assunto, spesso ottiene un contratto a termine di alcuni mesi. Il risultato di questa legge è che chi non ha un lavoro stabile, come i giovani, si ritrova senza possibilità di carriera e di avere uno stipendio su cui contare. Forse, con questa legge il lavoro per i giovani non è garantito...»
«Sì, è vero che la disoccupazione tra i giovani è una questione da risolvere. Passando ad un altro argomento, gli articoli secondo e terzo pongono tutte le persone sullo stesso livello, con parità nella dignità sociale, nei diritti e doveri e davanti alla legge. Tra i cittadini non ci devono essere distinzioni di condizioni personali e sociali, tra le altre cose. Inoltre il terzo articolo dice che lo stato deve assicurare che questa parità sia rispettata, anche dal punto di vista sociale»
«Ma la dignità sociale non è più una responsabilità delle singole persone, alle quali si chiede di non fare distinzioni tra i propri simili?»
«Già, e purtroppo questo spesso non accade»
«Infatti nella vita quotidiana le discriminazioni sono molto presenti, ma lo Stato non può intervenire direttamente»
Mi resi conto che c’era ancora molto da fare, per migliorare la Nazione e renderla conforme agli ideali della Costituzione. Ma c’era ancora qualcosa, secondo me, da fare. Qualcosa di molto importante:
«Sai...» ripresi, «c’è ancora una cosa molto importante che rimpiango, e che secondo me va attuata affinché lo Stato migliori»
«E di cosa si tratta?» mi chiese la Costituzione incuriosita.
«I giovani. Se chiedi ad un ragazzino i concetti espressi dagli articoli della Costituzione, probabilmente non ti saprà rispondere. I ragazzi di oggi non li conoscono, e per questo uno dei miei più grandi desideri è che tra di loro ci sia una maggiore consapevolezza dell’importanza della Costituzione. Bisogna, più di quanto non si faccia adesso, che nelle scuole vengano insegnati i principi della carta costituzionale, bisogna farli conoscere affinché, in futuro, possano essere messi in atto dalle generazioni che cresceranno e che, quindi, avranno le basi per poter rendere l’Italia più vicina a quegli ideali di uno Stato migliore»

Davide Frosi

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