“La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in
parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un
impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro
vi sta dinanzi!” (Pietro
Calamandrei)
Settant’anni di Costituzione della Repubblica Italiana,
settant’anni di lavoro svolto da tutti coloro che hanno creduto e credono negli
ideali alla base di questo documento, cardine della legalità.
Ciascuno di noi è ogni giorno chiamato a collaborare attivamente
affinché le parole della Carta Costituzionale diventino realtà.
Immagina di essere un appartenente all'Arma,
istituzionalmente deputata a difendere la legalità, che incontra, in carne
e ossa, la Costituzione. Insieme discuterete dei sogni e dei desideri
realizzati, dei rimpianti e dei progetti ancora all’orizzonte.
Sono
lì davanti a lei, il mio mito ed il mio esempio. Non mi sembra vero.
È
alta, composta e ha delle spalle abbastanza larghe, ma allo stesso tempo
elegante e delicata; mi guarda in modo affettuoso, accogliente, ma lascia
comunque intravedere nel suo sguardo una sfumatura autorevole. Mi sudano le
mani dentro i guanti per l’agitazione: non capita tutti i giorni di incontrare
la signora Costituzione.
Con
un gesto fermo mi sistemo la giacca della divisa e, facendo un passo deciso in avanti
verso di lei, tendo la mia mano per presentarmi «Onorata di poterla incontrare,
sono il maresciallo Salvati». Lei ricambia il mio saluto e mi invita a
sedere.
È vestita come una tipica donna di fine anni
Quaranta: indossa un tailleur azzurro, abbinato ad una gonna a tubino fino alle
ginocchia, e delle scarpe con tacco basso nero vernice.
Al collo, porta una collana di perle e sul suo
viso si può notare un trucco leggero.
È difficile immaginare, che dietro ad una donna
apparentemente così semplice, si nasconda una signora d’eccellenza, la madre
del nostro Paese.
Mi guarda e sorride: “Buongiorno maresciallo,
ho voluto convocarla perché mi piacerebbe analizzare insieme a lei il lavoro
fino ad oggi svolto dall’Arma e cercare di porci insieme degli obbiettivi
futuri.” - continua - “Vorrei innanzitutto ringraziare lei e i suoi colleghi
per il lavoro che state svolgendo all’interno del vostro ruolo e per aver
difeso in diverse occasioni la mia parola”.
Tira fuori da una cartelletta un fascicolo e
inizia ad analizzarlo per poi riprendere il discorso: “Grazie a voi dell’Arma,
che intervenite nelle scuole di tutta Italia per mettere in guardia i ragazzi
delle scuole secondarie dal cyber-bullismo e per responsabilizzare loro
sull’importanza dell’utilizzo corretto dei social network, poiché, come voi
dite, «pensare alle conseguenze prima di agire è il modo migliore per stroncare
sul nascere episodi di discriminazione»”.
Annuisco e le rispondo: “Siamo orgogliosi nel
dare il buono esempio ai giovani d’oggi per poter trasmettere loro i giusti
valori, poiché i ragazzi sono la base del nostro futuro.” - proseguo - “Inoltre
l’Arma si impegna nelle scuole per promuovere delle lezioni al fine di prevenire
l’uso di stupefacenti, abbiamo anche indotto dei controlli anti-droga nelle
scuole superiori, affinché sia garantito a tutti il diritto allo studio in
luoghi sicuri e non violenti”.
Mi sorride soddisfatta e il mio cuore gioisce
“Lei ha settant’anni, ma in viso non porta neanche una ruga.” - le dico - “È
perfetta e trasmette ad ogni italiano importanti valori”. Prima che possa
finire di elogiarla mi interrompe: “Le mie parole sono fonte di esempio per
tutti, ma non sempre sono rispettate”. Il suo viso diventa improvvisamente cupo:
“ Io ho detto che tutti i cittadini sono eguali senza distinzione di sesso,
religione o etnia, ma ancora oggi molti uomini italiani non sono stati in grado
di abbattere i pregiudizi e abbracciare il diverso.”
“Ha perfettamente ragione e noi Carabinieri
saremo pronti a vigilare e a fare rispettare questo valore con lo scopo di garantire
a tutti pari diritti” - le rispondo.
Prosegue concentrata: “L’Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro e riconosce a tutti i cittadini il diritto
al lavoro, ma come posso affermare ciò se in Italia la percentuale di disoccupazione
è pari al 9,7%? Come possiamo garantire ai nostri giovani un futuro lavorativo
se già adesso si conta una disoccupazione giovanile pari al 32%?”.
Non riesco ad intervenire per cercare una
risposta, nel frattempo la Costituzione riprende il discorso: “Bisognerebbe
trovare una soluzione affinché questa situazione migliori”.
Riesco a prendere la parola: “Signora
Costituzione, tanti sono i punti in cui noi, cittadini d’Italia, dobbiamo
migliorare, e i Carabinieri sono qui apposta per tutelare e accompagnare questa
evoluzione. Un altro obiettivo del nostro Paese, a cui tengo molto e che volevo
condividere con lei, è riuscire a far sì che la donna lavoratrice abbia gli
stessi diritti dell’uomo. Inoltre, a parità di lavoro, la donna dovrebbe
ricevere le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore” - continuo -
“Secondo molti dati, infatti, a medesimo livello di esperienza, in molti
settori si preferisce assumere un uomo rispetto ad una donna, poiché quest’ultima,
nel caso andasse in maternità, nel periodo di assenza giustificato, dovrebbe
essere pagata comunque. Un esempio eclatante è l’Arma stessa: solo il 2% sono
donne. Non crede che forse uno dei motivi per il quale sono poche le figure
femminili nelle Forze Armate sia perché la donna, in questo campo, non sia
abbastanza tutelata?”
La signora Costituzione annuisce e sembra sia
d’accordo con il mio discorso: “Come anche lei ha sottolineato, maresciallo
Salvati, tanti sono i progetti all’orizzonte, ai quali forse non abbiamo ancora
una soluzione perfetta. L’importante è non arrendersi, continuare a credere nel
nostro Paese e nelle sue potenzialità, e imparare negli errori passati affinché
l’Italia possa solo migliorare. In particolare all’Arma, chiedo di continuare
ad assistere la nostra patria con coraggio e dedizione, come fino ad ora è
stato fatto, e non smettere di trasmettere i grandi valori come onestà e
determinazione”.
Ci stringiamo la mano ed è il momento degli
ultimi saluti “La ringrazio per questo incontro” le dico: “I Carabinieri
saranno sempre pronti a rispettare la sua parola e le sue indicazioni. È stato
un onore avere avuto la possibilità di discutere con lei dei lavori compiuti
con successo e delle idee non ancora realizzate. Non scorderò mai le sue
parole, ma saranno sempre fonte d’ispirazione e guida, non solo nel mio
percorso lavorativo, ma anche nella mia vita da cittadino d’Italia”.
Lasciamo insieme l’aula e ci dirigiamo in
direzioni opposte, ma gli obiettivi sono i medesimi.
Sofia Salvati
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