“La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!” (Pietro Calamandrei)
Settant’anni
di Costituzione della Repubblica Italiana, settant’anni di lavoro svolto da
tutti coloro che hanno creduto e credono negli ideali alla base di questo
documento, cardine della legalità.
Ciascuno di
noi è ogni giorno chiamato a collaborare attivamente affinché le parole della
Carta Costituzionale diventino realtà.
Immagina di
essere un appartenente all’Arma, istituzionalmente deputata a difendere la
legalità, che incontra, in carne e ossa, la Costituzione. Insieme discuterete
dei sogni e dei desideri realizzati, dei rimpianti e dei progetti ancora
all’orizzonte.
SVOLGIMENTO
«Allora,
vediamo un po’... mi sai dire di cosa parlo nel mio terzo articolo?»
Mi fece
una domanda a bruciapelo: non avevo previsto che mi avrebbe chiesto qualcosa su
di Lei. Ed invece, quello che doveva essere solo un appuntamento per parlare
del più e del meno, divenne un’importante discussione sulla Costituzione
Italiana...
«Ehi,
ehi, non avevi detto che mi avresti interrogato», risposi frettolosamente.
«Non
c’era bisogno che ti avvertissi, e poi non ti sto “interrogando”»
«Ma
doveva essere solo un incontro amichevole! Va beh, penso che non me la darai
vinta, e comunque non è da sottovalutare un argomento così, per me che sono
dell’Arma...»
«Ben
detto. Vedo che hai cambiato subito idea»
«D’altronde,
siamo noi che dobbiamo difendere la legalità! Allora, il terzo Articolo... dice
che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali, e che la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli
che limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini.
Corretto, vero?»
«Beh sì,
ma questa era facile! Ad esempio, cosa tratta l’articolo 7?»
«Facile:
i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica. Poi c’è l’articolo 8 che riguarda la
tutela e l’organizzazione delle diverse religioni»
Passammo
in rassegna alcuni importanti articoli: alla fine non era tanto lontana da
un’interrogazione, nonostante l’abbia negato all’inizio.
«Penso
che ci sia bisogno di una pausa, non trovi?»
«Grazie,
ne avevo bisogno! Anche se devo ammettere che è interessante parlare di te e
dei tuoi articoli»
È vero,
lo trovavo appassionante, coinvolgente, e su ognuno degli articoli c’era un
sacco di cose da dire. Notammo quanto fossero importanti i concetti espressi
nella Costituzione, la quale definisce la struttura e le regole fondamentali di
uno stato. Creata
nel 1947 dall’Assemblea Costituente, durante la presidenza di Enrico De Nicola,
entrò in vigore il 1 gennaio 1948 e da allora raccolse le leggi di riferimento,
a partire dai 12 principi fondamentali, basandosi sulla sovranità del popolo e
definendo disposizioni in molti settori. Alcuni affermavano concetti più
“curiosi”, come la tutela del patrimonio artistico e culturale:
«È
affascinante che concetti come l’arte sia trattata praticamente al pari
dell’uguaglianza dei cittadini, tra i principi fondamentali, e trovo che ciò
sia una cosa positiva» pensai.
Molti
altri, invece, approfondiscono i rapporti civili, etico-sociali ed economici.
Ma ciò che mi aveva conquistato, era il fatto che l’insieme degli articoli
della Costituzione definiva un’organizzazione praticamente perfetta dello
Stato.
«Sai»,
mi rivelò la Costituzione, «sono orgogliosa di definire un ottimo e preciso
modello di Stato, ma c’è ancora qualcosa che non va...»
«Cosa
intendi?» le domandai.
«Vedi,
ormai sono passati settant’anni da quando sono stata scritta. E da
settant’anni, ogni giorno, tutti coloro che credono in me, negli ideali alla
base di ciò che esprimo, lavorano, si operano affinché questi ideali siano
rispettati»
«È
vero», la interruppi per un attimo, «ciascuno di noi è chiamato a collaborare
attivamente per rendere le tue parole realtà»
«Ed in
questo, devo veramente ringraziare l’Arma, che si opera di continuo per
tutelare questi stessi ideali, e per difendere la legalità. Ogni giorno, vi
attivate per preservare i diritti dei cittadini, fate in modo che rispettino i
loro doveri, li aiutate nell’ambito dei rapporti civili e sociali, prestate
servizio di difesa al territorio nazionale, mantenete l’ordine pubblico e la
sicurezza tra le persone, aiutate coloro che si trovano più in difficoltà,
nelle aree colpite dalle pubbliche calamità, concorrendo a prestare soccorso
alle popolazioni interessate a questi eventi calamitosi»
Ero al
contempo gratificato da questi elogi fatti dalla Costituzione in persona, e
orgoglioso di appartenere a questo Corpo che davvero lavorava per questi scopi.
La mia interlocutrice continuò:
«Ma c’è
ancora molto da fare, per tutti gli Italiani, perché ciò che ancora è un
programma, una speranza, un impegno da compiere, diventi realtà consolidata»
È vero.
Non ci pensavo spesso, ma se la Costituzione esprimeva le basi per uno Stato
ideale, la verità era che questo Stato ideale era, per diversi aspetti, lontano
dalla realtà.
«Riflettiamoci
un po’», suggerì la Costituzione, «partendo dai 12 principi fondamentali. Gli articoli primo e
quarto definiscono l’Italia come uno stato fondato...»
«...sul
lavoro, che è sia
un diritto sia un dovere di ogni cittadino»
«Inoltre, secondo il
quarto articolo, lo Stato...»
«...deve promuovere le
condizioni necessarie a poter esercitare questo diritto. Però, a pensarci bene,
uno degli argomenti più d’attualità, è proprio la crescente disoccupazione,
soprattutto tra i giovani. È un peccato, se pensiamo alle menti che ci sono in
Italia». Riflettei un attimo. «Mi ricordo di una legge a causa della quale chi
viene assunto, spesso ottiene un contratto a
termine di alcuni mesi. Il risultato di questa legge è che chi non ha un lavoro
stabile, come i giovani, si ritrova senza possibilità di carriera e di avere
uno stipendio su cui contare. Forse, con questa legge il lavoro per i giovani
non è garantito...»
«Sì, è
vero che la disoccupazione tra i giovani è una questione da risolvere. Passando
ad un altro argomento, gli articoli secondo e terzo pongono tutte le persone
sullo stesso livello, con parità nella dignità sociale, nei diritti e doveri e
davanti alla legge. Tra i cittadini non ci devono essere distinzioni di
condizioni personali e sociali, tra le altre cose. Inoltre il terzo articolo
dice che lo stato deve assicurare che questa parità sia rispettata, anche dal
punto di vista sociale»
«Ma la dignità sociale non è più una
responsabilità delle singole persone, alle quali si chiede di non fare
distinzioni tra i propri simili?»
«Già, e purtroppo questo spesso non accade»
«Infatti nella vita quotidiana le discriminazioni
sono molto presenti, ma lo Stato non può intervenire direttamente»
Mi resi
conto che c’era ancora molto da fare, per migliorare la Nazione e renderla
conforme agli ideali della Costituzione. Ma c’era ancora qualcosa, secondo me,
da fare. Qualcosa di molto importante:
«Sai...»
ripresi, «c’è ancora una cosa molto importante che rimpiango, e che secondo me
va attuata affinché lo Stato migliori»
«E di
cosa si tratta?» mi chiese la Costituzione incuriosita.
«I
giovani. Se chiedi ad un ragazzino i concetti espressi dagli articoli della
Costituzione, probabilmente non ti saprà rispondere. I ragazzi di oggi non li
conoscono, e per questo uno dei miei più grandi desideri è che tra di loro ci
sia una maggiore consapevolezza dell’importanza della Costituzione. Bisogna,
più di quanto non si faccia adesso, che nelle scuole vengano insegnati i
principi della carta costituzionale, bisogna farli conoscere affinché, in
futuro, possano essere messi in atto dalle generazioni che cresceranno e che,
quindi, avranno le basi per poter rendere l’Italia più vicina a quegli ideali
di uno Stato migliore»
Davide Frosi
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