Quest'associazione è stata istituita per onorare la memoria di Piero Salvati, carabiniere e poi funzionario della Pubblica Amministrazione, che è mancato il 18 febbraio 2007. I figli, insieme alla moglie Isabella hanno dato vita alla "Borsa di Studio Piero Salvati", proprio nell'intento di onorarne il ricordo e promuovere la passione di Piero per l'Arma, per lo studio e per la musica.
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domenica 9 dicembre 2018
La foto dei vincitori della 12a Edizione delle Borse di Studio "Piero Salvati"
COMUNICATO STAMPA 12a Edizione - Borse di Studio “Piero Salvati” 2018: Emma raddoppia e Davide mette a segno il colpo vincente.
Alessandria, 26 novembre 2018
Questa mattina, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di
Alessandria, alla presenza del Comandante, Colonnello Michele Angelo Lorusso,
si svolge la conferenza stampa di premiazione dei vincitori della dodicesima edizione delle Borse di studio,
da mille euro ciascuna, intitolate alla memoria del maresciallo “Piero
Salvati” di Tortona. La cerimonia vede la partecipazione di Pier Angelo
Taverna, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, da
alcuni anni vicina, con il suo sostegno economico, all’iniziativa a favore dei
figli studenti meritevoli dell’Arma dei Carabinieri.
La premiazione, davanti a molti giornalisti presenti nella sala Comando
di Piazza Vittorio Veneto, vede protagonisti Emma Pelizza e Davide Frosi,
rispettivamente vincitori nella categoria biennio e triennio. Emma risiede a
Novi Ligure e ha superato nell’anno scolastico 2017-18 a pieni voti la seconda
classe del Liceo Linguistico “E. Amaldi”; Davide è nato a Tortona, risiede a
Casalbagliano e nello scorso anno scolastico ha frequentato con ottimo profitto
il terzo anno del Liceo Scientifico di Scienze Applicate I.T.I.S. “Alessandro
Volta” di Alessandria.
In entrambe le categorie quest’anno abbiamo registrato in Commissione
Esaminatrice un “testa a testa” fino all’ultimo centesimo di voto tra alcuni
candidati davvero molto qualificati e che, oltre ad Emma e Davide, avrebbero
anche loro certamente meritato la premiazione. L’invito a tutti loro è di
ripresentarsi il prossimo anno, per riprovare con ancora maggiore
determinazione. La Commissione Esaminatrice è composta dal Comandante
Provinciale dei Carabinieri di Alessandria, Colonnello Michele Angelo Lorusso,
dal Comandante della Compagnia Carabinieri di Tortona, Maggiore Carlo
Giordano, dal Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri di
Tortona, Maresciallo Pierluigi Deriu, dal Direttore Generale del
Ministero della Pubblica Istruzione della Provincia di Alessandria, dott.
Leonardo Filippone, oltre che dai fratelli Monica e Andrea Salvati, rispettivamente
Vicepresidente e Presidente dell'Associazione Borsa di Studio “Piero Salvati”
ONLUS.
Emma (16 anni), vincitrice per il secondo anno consecutivo, è nata
a Vicenza il 15 febbraio 2002 e si è presentata alla Commissione con una media
scolastica già molto alta, pari a 8,9, alla quale ha potuto aggiungere ben
altri 2,84 punti in virtù di una lettera di presentazione e, soprattutto, di un
elaborato di eccellente livello e maturità, che ha colpito la Commissione per
la sua originalità e intensità emotiva.
Emma, quindi raddoppia, e si è presentata con molta freschezza e
spontaneità, raccontando come la sua curiosità di conoscere e approfondire le
diverse culture sia stata alla base della sua scelta di iscriversi al liceo
linguistico della sua città. Studia inglese, francese e spagnolo e il suo sogno
è di poter un giorno lavorare nel giornalismo, viaggiare per lavoro per il
mondo, come corrispondente, utilizzando le lingue straniere. Emma ama la musica
pop e, tra i suoi prossimi propositi vi è quello di imparare a suonare la
chitarra classica.
Quest’anno il tema proposto era stato centrato dalla Commissione sulla
relazione tra l’Arma dei Carabinieri e la Costituzione Italiana, nel
settantesimo anniversario della sua entrata in vigore.
Una traccia certamente impegnativa, come ha scritto Emma nella sua
lettera di presentazione, ma che non le ha impedito, con il complice
suggerimento del papà Sergio, maresciallo dei Carabinieri in servizio al N.O.R.
di Novi Ligure, di individuare il filone che si è rivelato vincente: anziché
affrontare il tema in maniera descrittiva, si è immaginata il dialogo tra la
Signora Costituzione Italiana, in carne ed ossa, e il mitico Generale dei
Carabinieri Carlo Alberto Della Chiesa, caduto vittima di un agguato
mafioso nell’ormai lontano 1982, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e
all’agente di scorta Domenico Russo.
La scelta del Generale, quale protagonista del tema e del dialogo con la
Carta Costituzionale Italiana e sui suoi principi fondamentali, si è
rivelata molto toccante e ha consentito ad Emma di risalire dagli anni della entrata
in vigore della Carta, nell’immediato dopoguerra e con Dalla Chiesa giovane
ufficiale, fino ai giorni nostri, con un Generale ormai non più fisicamente
presente, ma figura mitica e di riferimento ancora immanente nella sua divisa
macchiata di sangue dall’orribile attentato, attento al dibattito
contemporaneo sulla legalità e sui valori da difendere e trasmettere alle nuove
generazioni.
In quanto a qualità e determinazione, Davide, 9,6 di media e altri 2,08
punti dalle prove aggiuntive (lettera di presentazione e tema) ne ha da
vendere. Figlio di Pietro, sottufficiale dei Carabinieri ora in congedo ed
iscritto alla ANC sezione di Tortona, è nato il 7 settembre 2001; Davide ama le
materie scientifiche e coltiva la sua passione per la matematica, fisica e
chimica anche partecipando ad attività extra-curriculari quali le Olimpiadi
della Matematica dell’Università Bocconi di Milano (classificandosi secondo a
livello provinciale lo scorso anno), le Olimpiadi della Matematica e della
Fisica, organizzate a livello provinciale dall’Università “A. Avogadro” di
Alessandria e il progetto “Energia in Energia”, promosso dall’azienda 3i
Engineering di Alessandria in collaborazione con l’Università del Piemonte
Orientale e la Direzione Generale Provinciale del Ministero della Pubblica
Istruzione, nel corso del quale ha potuto cimentarsi nella realizzazione, in
team con altri compagni di scuola, di alcuni modellini di centrali ad energia
rinnovabile.
Davide oltre allo studio ama lo sport ed in particolare pratica, a
livello agonistico e da oltre dodici anni, il Taekwondo, disciplina attraverso
la quale ha evidentemente imparato a piazzare il “colpo vincente”.
Ascolta molta musica e i generi preferiti sono il pop-rock e la musica
elettronica. Per Davide i testi delle canzoni sono vere e proprie poesie e
attraverso il fondamentale e magico linguaggio della musica si può riuscire a
comunicare anche ciò che normalmente è così difficile da esprimere.
Nello svolgimento del tema Davide si è concentrato nell’analizzare, in un
ideale dialogo tra la Carta Costituzionale Italiana e lui stesso, che personifica
un anonimo appartenente all’Arma dei Carabinieri, alcuni tra i più
significativi articoli della nostra Costituzione, attualizzandoli nella loro
concreta applicazione nelle varie situazioni e conflittualità sociali contemporanee.
Nel finale del suo svolgimento, il Carabiniere di Davide sottolinea alla
Carta Costituzionale il bisogno di intervenire, prima che il rimpianto
ed il rammarico possano prendere il sopravvento, presso i giovani e le nuove
generazioni, che devono conoscere, studiare, apprezzare e praticare gli
insegnamenti ed i principi della nostra autorevole ed ancora moderna
Costituzione.
Tutto ciò per poter rendere l’Italia più vicina a quegli ideali di uno
Stato migliore richiamato da Pietro Calamandrei nella traccia del tema,
il quale, da buon padre costituente, sapeva parlare ai giovani e li
stimolava dicendo: “Dietro ogni articolo
della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno
dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su
questa Carta”. Questo ci ricorda Emma Pelizza nella sua lettera di
presentazione.
"Insieme alla mamma e a mia sorella Monica, afferma Andrea
Salvati, Presidente dell’Associazione Borsa di Studio Piero Salvati, ci
siamo commossi nel leggere i lavori dei tanti qualificati giovani candidati che,
anche in questa dodicesima edizione della nostra iniziativa, hanno voluto
partecipare e così onorare la memoria di nostro padre e dei suoi forti e
radicati valori della musica, dello studio e dell’Arma dei Carabinieri.
Ricordo con tanta gratitudine e nostalgia i suoi discorsi a tavola a noi figli
per sensibilizzarci sulla bellezza della nostra Carta Costituzionale, dei suoi
principi di eguaglianza e di libertà democratica; interventi che era solito
fare periodicamente, senza dimenticare di sottolineare quanto di doveri,
oltre che di diritti, la Carta fosse portatrice e per noi cittadini fonte di
responsabilità civile, nella difesa e affermazione quotidiana e senza
compromessi dei suoi articoli”.
Le foto della cerimonia di premiazione, le lettere di presentazione e i
temi dei vincitori di questa edizione 2018 saranno pubblicati sul sito della
Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e sul sito della stessa
Associazione Borsa di Studio “Piero Salvati”.
salvati64@gmail.com
Il tema di Emma Pelizza, un dialogo romanzato tra la nostra Costituzione e il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa. La vincitrice del biennio fa il bis, dopo il successo dello scorso anno, con questo tema che ha fortemente emozionato tutti i membri della Commissione Esaminatrice.
La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in
parte è una realtà. In parte
è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere.
Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!” (Pietro
Calamandrei)
Settant’anni di Costituzione della Repubblica Italiana, settant’anni
di lavoro svolto da tutti coloro che hanno creduto e credono negli ideali alla
base di questo documento, cardine della legalità.
Ciascuno di noi è ogni giorno chiamato a collaborare attivamente
affinché le parole della Carta Costituzionale diventino realtà.
Immagina di essere un appartenente all'Arma, istituzionalmente
deputata a difendere la legalità, che
incontra, in carne e ossa, la Costituzione. Insieme discuterete dei sogni e dei
desideri realizzati, dei rimpianti e dei progetti ancora all’orizzonte.
Svolgimento
Premessa:
nello
svolgimento di questo tema, ho voluto immaginare un breve dialogo
“romanzato” tra la nostra Carta
costituzionale impersonificata da una bella signora che incontra casualmente un
Carabiniere molto “speciale” e ammirato (soprattutto da mio padre, anche lui Carabiniere,
e ricorrente nei suoi ricordi quale esempio di correttezza morale): Carlo Alberto dalla Chiesa.
Generale:
Buonasera Signora.
Costituzione:
Buonasera, chi siete?
Generale:
Sono un Carabiniere.
Costituzione:
Ah, …e come vi chiamate?
Generale:
Carlo Alberto. Carlo Alberto dalla Chiesa.
Costituzione:
Indossate proprio una bella divisa: che grado avete?
Generale:
Sono un Generale: per la precisione, Generale di Corpo d’Armata.
Costituzione:
Raccontatemi di voi Generale.
Generale:
Sono nato in Piemonte, anche mio padre era Generale dei Carabinieri. Insomma
siamo una famiglia di tradizione militare. Io però Vi conosco bene perché,
Signora, io… io vi ho visto nascere.
Costituzione:
Addirittura?
Generale:
Si. Siete nata in un momento molto difficile per questo Paese…ma preferirei
tralasciare…
Costituzione:
Continuate, Generale, vi prego.
Generale:
L’Italia usciva da una guerra, la seconda Guerra Mondiale, una guerra fratricida.
Tutto era distrutto; c’era da ricostruire e soprattutto da ripristinare la
pace. Ed è così che siete nata, in un freddo inverno del 1947: un insieme di
persone colte ed onorevoli Vi hanno generato, i Padri Costituenti. Ricordo che,
a quell’epoca, io ero un giovane ufficiale
e svolgevo il mio servizio in Campania combattendo, insieme ai miei valorosi
uomini, così come ho sempre fatto, i banditi. Ma, tornando a Voi, mia bella
Signora, Voi dovete sapere che rappresentate la massima espressione della
Legge. Siete la sintesi di ciò per cui molti italiani hanno combattuto sino
all’estremo sacrificio: la libertà. Voi siete stata creata nel genuino progetto
di una vita onesta, basata sul lavoro e dove tutti avessero pari diritti e
dignità.
Costituzione:
Ah… quindi, se ho capito bene, da
allora in poi è filato tutto “liscio come l’olio”?
Generale:
Non proprio.
Costituzione:
E cos’altro è successo?! Ma, gli Italiani non erano contenti?
Generale:
Purtroppo, nonostante gli iniziali buoni propositi ed un periodo di benessere,
sono arrivati nuovamente tempi tristi.
Costituzione:
c’è stata un’altra guerra mondiale?
Generale:
non proprio. Non è stata una guerra come quella che personalmente avevo
già vissuto, con un nemico facilmente
riconoscibile. E’ stata una guerra subdola, creata da opposte fazioni che
volevano prevaricare l’una sull’altra, ma col fine comune di sovvertire quello
che era l’ordine democratico. Sono stati momenti bui: c’era il Terrorismo.
Tempi in cui anch’io ho pensato che le nostre fatiche, il desiderio di creare
un futuro migliore in un paese civile, fossero stati solo un miraggio. In quel
periodo ho perso molti dei miei Carabinieri. Ma, poi, è prevalsa in tutta la
Nazione la volontà di non lasciarsi travolgere da una spirale d’odio e
nonostante non sia stata un’impresa facile, anche questa volta, le cose sono
andate via via migliorando.
Costituzione:
oh, bene, finalmente una buona notizia. Ma, mi perdoni, Generale, vedo solo
adesso che la sua divisa è sporca.
Generale:
no, non è sporca. E’ solo macchiata di sangue.
Costituzione:
Oddio… E’ di chi è quel sangue?
Generale:
è il mio, ma c’è anche quello di mia moglie Emanuela. Siamo stati uccisi insieme
un po’ di tempo fa. Era estate, faceva molto caldo: era il 3 di settembre del
1982. Quel giorno venne ferito a morte anche Domenico,… Domenico Russo il mio
agente di scorta: aveva solo 31 anni.
Costituzione:
mah… voglio capire. Non c’era la guerra, il Terrorismo era finito: e allora,
cos’è successo ancora?
Generale:
io all’epoca ero stato da poco nominato Prefetto in Sicilia, a Palermo precisamente.
Era un fatto eccezionale che un Generale dei Carabinieri venisse nominato
Prefetto ma il Governo di quel tempo aveva visto in me l’uomo giusto per
riportare in quella bellissima terra un segno tangibile della presenza dello
Stato. In quel breve periodo, insieme
alle Forze dell’ordine e alla Magistratura abbiamo lavorato sodo, ma forse, non
abbastanza. Fatto sta che uomini vili, aggregati tra loro in un’organizzazione
criminale molto potente hanno pensato bene di togliermi di mezzo.
Costituzione:
e allora? Tutti i diritti che io porto in serbo, il lavoro, la giustizia, la dignità
dell’uomo….non sono serviti a nulla!
Generale:
assolutamente no, Signora, questo non dovete nemmeno pensarlo! Vedete, quelle
persone che mi hanno ucciso e hanno tentato in questo modo di oltraggiarVi, di
calpestarVi, hanno trovato poi uomini e donne, insomma altri Italiani
altrettanto valorosi che si sono impegnati e sono riusciti a scovarli e a
emarginarli nelle patrie galere.
Costituzione:
sono veramente costernata che siate però morto in un modo così tragico
Generale.
Generale:
anch’io ne sono dispiaciuto. E, purtroppo, devo dirvi, ancora, che non sono
stato l’unica vittima di quella che viene comunemente definita “Mafia”, ma che
altro non è che un fenomeno sociale ed umano e che, come tale, ha avuto un
inizio e avrà anch’esso, sicuramente, una fine. Altri uomini delle Istituzioni,
ma anche normali cittadini hanno dedicato la loro esistenza e tuttora si
adoperano, affinché quanto da Voi enunciato, permanga come una solida realtà
nel popolo di questo Paese.
Costituzione:
si, ma Voi però… non esistete più.
Generale:
in parte è vero. Ma chi ci ha eliminato lo ha fatto solo fisicamente. Le nostre
azioni, il nostro pensiero non sono morti. Essi vivono e sono stati raccolti
come esempio da altri che credono nei Vostri principi e che non si faranno
zittire pavidamente. E sono altrettanto certo che i miei “colleghi”, in questo,
sapranno certamente distinguersi con onore.
Costituzione:
Lo penso anch’io, caro Generale. Beh, è
giunto il momento di salutarci. Grazie per ciò che ha fatto per me e per l’Italia.
Generale:
L’ho fatto con passione, credendo fermamente nella bontà delle mie idee: e
quando ci si applica con passione non si sente la fatica. Ci si può stancare
fisicamente, ma per quello basta un po’ di riposo: giusto per recuperare le energie. Ed io, adesso, ho
molto tempo per riposare. Buonanotte Signora Costituzione.
Costituzione: Buonanotte Carlo. Emma Pelizza
Ecco il tema di Davide Frosi, vincitore nella categoria triennio: i giovani devono conoscere la Carta Costituzionale, per diventarne i più valorosi difensori.
“La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!” (Pietro Calamandrei)
Settant’anni
di Costituzione della Repubblica Italiana, settant’anni di lavoro svolto da
tutti coloro che hanno creduto e credono negli ideali alla base di questo
documento, cardine della legalità.
Ciascuno di
noi è ogni giorno chiamato a collaborare attivamente affinché le parole della
Carta Costituzionale diventino realtà.
Immagina di
essere un appartenente all’Arma, istituzionalmente deputata a difendere la
legalità, che incontra, in carne e ossa, la Costituzione. Insieme discuterete
dei sogni e dei desideri realizzati, dei rimpianti e dei progetti ancora
all’orizzonte.
SVOLGIMENTO
«Allora,
vediamo un po’... mi sai dire di cosa parlo nel mio terzo articolo?»
Mi fece
una domanda a bruciapelo: non avevo previsto che mi avrebbe chiesto qualcosa su
di Lei. Ed invece, quello che doveva essere solo un appuntamento per parlare
del più e del meno, divenne un’importante discussione sulla Costituzione
Italiana...
«Ehi,
ehi, non avevi detto che mi avresti interrogato», risposi frettolosamente.
«Non
c’era bisogno che ti avvertissi, e poi non ti sto “interrogando”»
«Ma
doveva essere solo un incontro amichevole! Va beh, penso che non me la darai
vinta, e comunque non è da sottovalutare un argomento così, per me che sono
dell’Arma...»
«Ben
detto. Vedo che hai cambiato subito idea»
«D’altronde,
siamo noi che dobbiamo difendere la legalità! Allora, il terzo Articolo... dice
che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali, e che la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli
che limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini.
Corretto, vero?»
«Beh sì,
ma questa era facile! Ad esempio, cosa tratta l’articolo 7?»
«Facile:
i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica. Poi c’è l’articolo 8 che riguarda la
tutela e l’organizzazione delle diverse religioni»
Passammo
in rassegna alcuni importanti articoli: alla fine non era tanto lontana da
un’interrogazione, nonostante l’abbia negato all’inizio.
«Penso
che ci sia bisogno di una pausa, non trovi?»
«Grazie,
ne avevo bisogno! Anche se devo ammettere che è interessante parlare di te e
dei tuoi articoli»
È vero,
lo trovavo appassionante, coinvolgente, e su ognuno degli articoli c’era un
sacco di cose da dire. Notammo quanto fossero importanti i concetti espressi
nella Costituzione, la quale definisce la struttura e le regole fondamentali di
uno stato. Creata
nel 1947 dall’Assemblea Costituente, durante la presidenza di Enrico De Nicola,
entrò in vigore il 1 gennaio 1948 e da allora raccolse le leggi di riferimento,
a partire dai 12 principi fondamentali, basandosi sulla sovranità del popolo e
definendo disposizioni in molti settori. Alcuni affermavano concetti più
“curiosi”, come la tutela del patrimonio artistico e culturale:
«È
affascinante che concetti come l’arte sia trattata praticamente al pari
dell’uguaglianza dei cittadini, tra i principi fondamentali, e trovo che ciò
sia una cosa positiva» pensai.
Molti
altri, invece, approfondiscono i rapporti civili, etico-sociali ed economici.
Ma ciò che mi aveva conquistato, era il fatto che l’insieme degli articoli
della Costituzione definiva un’organizzazione praticamente perfetta dello
Stato.
«Sai»,
mi rivelò la Costituzione, «sono orgogliosa di definire un ottimo e preciso
modello di Stato, ma c’è ancora qualcosa che non va...»
«Cosa
intendi?» le domandai.
«Vedi,
ormai sono passati settant’anni da quando sono stata scritta. E da
settant’anni, ogni giorno, tutti coloro che credono in me, negli ideali alla
base di ciò che esprimo, lavorano, si operano affinché questi ideali siano
rispettati»
«È
vero», la interruppi per un attimo, «ciascuno di noi è chiamato a collaborare
attivamente per rendere le tue parole realtà»
«Ed in
questo, devo veramente ringraziare l’Arma, che si opera di continuo per
tutelare questi stessi ideali, e per difendere la legalità. Ogni giorno, vi
attivate per preservare i diritti dei cittadini, fate in modo che rispettino i
loro doveri, li aiutate nell’ambito dei rapporti civili e sociali, prestate
servizio di difesa al territorio nazionale, mantenete l’ordine pubblico e la
sicurezza tra le persone, aiutate coloro che si trovano più in difficoltà,
nelle aree colpite dalle pubbliche calamità, concorrendo a prestare soccorso
alle popolazioni interessate a questi eventi calamitosi»
Ero al
contempo gratificato da questi elogi fatti dalla Costituzione in persona, e
orgoglioso di appartenere a questo Corpo che davvero lavorava per questi scopi.
La mia interlocutrice continuò:
«Ma c’è
ancora molto da fare, per tutti gli Italiani, perché ciò che ancora è un
programma, una speranza, un impegno da compiere, diventi realtà consolidata»
È vero.
Non ci pensavo spesso, ma se la Costituzione esprimeva le basi per uno Stato
ideale, la verità era che questo Stato ideale era, per diversi aspetti, lontano
dalla realtà.
«Riflettiamoci
un po’», suggerì la Costituzione, «partendo dai 12 principi fondamentali. Gli articoli primo e
quarto definiscono l’Italia come uno stato fondato...»
«...sul
lavoro, che è sia
un diritto sia un dovere di ogni cittadino»
«Inoltre, secondo il
quarto articolo, lo Stato...»
«...deve promuovere le
condizioni necessarie a poter esercitare questo diritto. Però, a pensarci bene,
uno degli argomenti più d’attualità, è proprio la crescente disoccupazione,
soprattutto tra i giovani. È un peccato, se pensiamo alle menti che ci sono in
Italia». Riflettei un attimo. «Mi ricordo di una legge a causa della quale chi
viene assunto, spesso ottiene un contratto a
termine di alcuni mesi. Il risultato di questa legge è che chi non ha un lavoro
stabile, come i giovani, si ritrova senza possibilità di carriera e di avere
uno stipendio su cui contare. Forse, con questa legge il lavoro per i giovani
non è garantito...»
«Sì, è
vero che la disoccupazione tra i giovani è una questione da risolvere. Passando
ad un altro argomento, gli articoli secondo e terzo pongono tutte le persone
sullo stesso livello, con parità nella dignità sociale, nei diritti e doveri e
davanti alla legge. Tra i cittadini non ci devono essere distinzioni di
condizioni personali e sociali, tra le altre cose. Inoltre il terzo articolo
dice che lo stato deve assicurare che questa parità sia rispettata, anche dal
punto di vista sociale»
«Ma la dignità sociale non è più una
responsabilità delle singole persone, alle quali si chiede di non fare
distinzioni tra i propri simili?»
«Già, e purtroppo questo spesso non accade»
«Infatti nella vita quotidiana le discriminazioni
sono molto presenti, ma lo Stato non può intervenire direttamente»
Mi resi
conto che c’era ancora molto da fare, per migliorare la Nazione e renderla
conforme agli ideali della Costituzione. Ma c’era ancora qualcosa, secondo me,
da fare. Qualcosa di molto importante:
«Sai...»
ripresi, «c’è ancora una cosa molto importante che rimpiango, e che secondo me
va attuata affinché lo Stato migliori»
«E di
cosa si tratta?» mi chiese la Costituzione incuriosita.
«I
giovani. Se chiedi ad un ragazzino i concetti espressi dagli articoli della
Costituzione, probabilmente non ti saprà rispondere. I ragazzi di oggi non li
conoscono, e per questo uno dei miei più grandi desideri è che tra di loro ci
sia una maggiore consapevolezza dell’importanza della Costituzione. Bisogna,
più di quanto non si faccia adesso, che nelle scuole vengano insegnati i
principi della carta costituzionale, bisogna farli conoscere affinché, in
futuro, possano essere messi in atto dalle generazioni che cresceranno e che,
quindi, avranno le basi per poter rendere l’Italia più vicina a quegli ideali
di uno Stato migliore»
Davide Frosi
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